Gocce di plasma caldo si riversano dalla corona – la parte più esterna dell’atmosfera del Sole – verso la superficie della nostra stella. È l’ultima scoperta della sonda Nasa Solar Dynamics Observatory (Sdo) che ha individuato questa pioggia negli anelli di plasma più piccoli e vicini alla superficie solare. La loro rilevazione potrebbe aiutare ad individuare l’origine del sovrariscaldamento della corona del nostro Sole. La pioggia coronale è stata osservata dopo le eruzioni solari, nella fase in cui l’intenso riscaldamento associato a un brillamento solare si interrompe bruscamente e il plasma rimanente si raffredda e ricade sulla superficie solare. La scoperta potrebbe aiutare gli scienziati a capire il meccanismo di riscaldamento della corona solare oltre a quello del vento solare lento. La pioggia osservata si presenta come una sfilza di minuscole strutture magnetiche e il processo che essa segue, è simile a quello della pioggia terrestre.
Ci sono alcune differenze tra la pioggia terrestre e quella coronale ovviamente, prima tra tutte la temperatura del plasma che sfiora il milione di gradi. Il plasma, è un gas ionizzato che fuoriesce dalla superficie del Sole per poi condensarsi e ricadere verso la nostra stella. Nel ciclo idrologico terrestre, l’acqua evapora dalla superficie e si innalza nell’atmosfera. Successivamente si raffredda e si condensa sotto forma di nuvole, e quando c’è abbastanza umidità in queste ultime, ricade in superficie sotto forma di pioggia. La pioggia coronale segue un processo piuttosto simile, ma con una composizione completamente diversa.
Alcune teorie precedenti ritenevano che la pioggia coronale si potesse verificare solo in circuiti chiusi, dove il plasma si riscalda e si raffredda ma non può fuoriuscire nello spazio. La recente scoperta di Sdo, invece, dimostra che effettivamente la pioggia si verifica inizialmente in un circuito chiuso per poi passare – attraverso un processo chiamato riconnessione magnetica – ad uno aperto. Questo processo favorisce la dispersione di parte del plasma, mentre il restante ricade sulla superficie solare sotto forma di pioggia e il plasma che viene disperso nello spazio diventa parte del vento solare lento. Gli scienziati ritengono che la sonda Nasa Parker, che si sta avvicinando sempre più al Sole muovendosi attraverso la corona, possa riuscire a confermare i dati collezionati dal Solar Dynamics Observatory.