I “mari” della Luna rappresentano una traccia tangibile della lunga ed intensa attività vulcanica che interessò il nostro satellite naturale miliardi di anni fa.
Tuttavia, stando ai risultati di un recente studio pubblicato su The Planetary Science Journal, i vulcani lunari avrebbero lasciato altre importanti cicatrici sulla superfice.

La ricerca, coordinata dall’Università del Colorado-Boulder, si è basata su modelli informatici e si è focalizzata sulle vaste e spesse lastre di ghiaccio che punteggiano i poli della Luna; in breve, questo ghiaccio sarebbe il prodotto finale del vapore acqueo espulso dai vulcani e che, successivamente, si sarebbe depositato e raffreddato sulla superfice.

Dunque, in base all’attività di laboratorio svolta dai ricercatori, volendo ricostruire le fasi che hanno portato alla formazione del ghiaccio lunare possiamo dire che, circa 2-4 miliardi di anni fa: decine di migliaia di vulcani eruttarono generando vaste distese di lava; le eruzioni avrebbero rilasciato ingenti quantità di gas e vapore acqueo, tali da costituire una specie di “atmosfera” che avrebbe impiegato circa 70 milioni di anni per dissiparsi completamente; infine, la formazione di questa atmosfera temporanea avrebbe agevolato la condensazione del vapore acqueo sulla superfice (in particolare nelle regioni polari della Luna), producendo in questo modo depositi di ghiaccio spessi anche fino a diverse centinaia di metri.

Potenzialmente, i residui di questi depositi di ghiaccio si traducono in un’importante e ricca risorsa di cui potranno beneficare i futuri coloni della Luna.

 

In alto: Il cratere Shackleton (nel polo sud della Luna) è uno dei siti che ospita i depositi di ghiaccio.
Crediti immagine: Nasa’s Goddard Space Flight Center