Alcune delle stelle più massicce evolvono in stelle di Wolf-Rayet verso la fine della propria vita. Enormi e bollenti, oltre venti volte la massa del Sole e fino a cinque volte più calde, le stelle Wolf-Rayet sono indubbiamente oggetti fuori dal comune. Una Wolf-Rayet sopravvive in questo stato solo per poche centinaia di migliaia di anni per poi divenire una supernova; prima di questa trasformazione, però, emette enormi quantità di materiale sotto forma di un potente vento stellare, spingendo materia verso l’esterno a milioni di chilometri all’ora.
Nel corso del tempo, gli scienziati hanno scoperto l’esistenza di molteplici sistemi binari, composti da una stella massiccia e da una Wolf-Rayet, che producono incredibili vortici di polvere, simili a delle girandole, visibili nell’infrarosso: quando il forte vento generato dalla Wolf-Rayet si scontra con quello generato dal suo compagno, i pennacchi di polvere vengono spinti verso l’esterno, formando un vortice a spirale in continua espansione.
In base ai loro spettri, le stelle Wolf-Rayet sono classificate in due sottocategorie principali: le Wc, in cui la linea spettrale dominante è carbonio ed elio, e le Wn, in cui prevale l’azoto.
Le strutture a girandola, finora, sono state osservate solo attorno a sistemi binari contenenti stelle Wc, poiché si pensava che i forti venti generati da questa sottoclasse di stelle facilitassero la formazione di polvere, al contrario dei venti generati dalle Wn.
Un nuovo studio, invece, è riuscito a vedere questo turbine di polveri proprio in una Wolf-Rayet di tipo Wn, nota come WE147, anch’essa all’interno di un sistema binario.
Il ‘trucco’ utilizzato dagli scienziati per ‘stanare’ la girandola formata dai potenti venti è stato quello di osservarla nello spettro delle onde radio, attraverso i dati del Very Large Array, situato nel deserto del New Mexico.
I risultati mostrano che WE147 emette ancora forti venti stellari che si scontrano con quelli della sua compagna, ma senza formare un pennacchio di polvere nel punto di collisione dei venti. Tuttavia, proprio in quel punto le particelle vengono accelerate ed emettono radiazioni di sincrotrone – una radiazione elettromagnetica causata dalle particelle che si muovono a spirale attorno alle linee del campo magnetico – che è stato possibile osservare attraverso la loro emissione di onde radio.
La scoperta, pubblicata su The Astrophysical Journal Letters, apre la strada ad una ulteriore esplorazione di questi rari sistemi stellari.