Beresheet, il primo lander privato a tentare un allunaggio, continua il suo viaggio. La missione israeliana partita lo scorso 21 febbraio a bordo del Falcon 9 di SpaceX, è diretta verso la piana lavica del Mare della Serenità che raggiungerà il prossimo 11 aprile. SpaceIL, l’azienda costruttrice del lander, ha riferito che ieri Beresheet ha effettuato una manovra che ha esteso l’apogeo della sua orbita a 405.000 chilometri intorno alla Terra.
Opher Doron, direttore generale della divisione spazio di Israel Aerospace Industries, che ha partecipato alla costruzione del lander, ha dichiarato che sono in programma altre manovre per l’ottimizzazione della traiettoria nei prossimi giorni. Nel frattempo Beresheet ha dovuto affrontare una serie di problemi, primo tra tutti quello relativo agli star tracker, che non hanno funzionato in modo nominale a causa delle interferenze con la luce solare. In seguito, il centro di controllo a terra ha evidenziato una serie di disturbi al computer del lander che hanno ritardato per un breve periodo di tempo l’esecuzione di una delle manovre di correzione della traiettoria in programma. Le sfide che il lander dovrà affrontare aumenteranno con l’approssimarsi dell’allunaggio, visto che Beresheet tenterà un atterraggio alla cieca’ ovvero di affiderà unicamente alla telemetria laser e a un sistema radar Doppler.
SpaceIl nel frattempo guarda alle future applicazioni commerciali che potrebbero derivare dal primo esemplare del lander. La società, ha annunciato una partnership con la società tedesca Ohb a gennaio per offrire un servizio di trasporto di payload commerciali verso la Luna, per conto di Esa. Nel dettaglio, l’azienda sta progettando lievi modifiche al design di Beresheet che gli consentiranno di trasportare carichi utili da 30 a 60 chili. Le versioni future del lander, avranno a bordo tecnologie che permetteranno atterraggi di precisione e la possibilità di saltare sulla superficie lunare. SpaceIL, ha inoltre dichiarato che Beresheet non ha i requisiti per partecipare al programma Commercial Lunar Payload Services Program della Nasa che accetta solo veicoli spaziali costruiti nel territorio degli Stati Uniti. Per aggirare queste limitazioni, l’azienda israeliana dovrebbe prendere accordi con società americane che potrebbero sviluppare Beresheet sul suolo americano, aprendo la strada per la sua partecipazione ai prossimi round del programma.