Hanno una massa simile o superiore a quella di Giove, orbitano talmente vicino alla loro stella madre da impiegare meno di tre giorni per completare il giro e sono caratterizzati da temperature infernali: sono i gioviani caldi (Hot Jupiter), gruppo di esopianeti che torna alla ribalta per il fenomeno dei venti che si manifestano soprattutto al loro equatore e, salvo eccezioni, spirano verso est. Sono proprio queste eccezioni ad essere finite sotto la lente di ingrandimento dei planetologi: un nuovo studio, pubblicato su The Astrophysical Journal Letters, cerca di spiegare come mai in alcuni casi questi pianeti extra solari siano battuti da venti che soffiano verso ovest anziché verso est (articolo: “Shallow-water Magnetohydrodynamics for Westward Hotspots on Hot Jupiters”). I pianeti dal comportamento anomalo sono due, Hat-P-7b e CoRoT-2b.
La ricerca è stata condotta da un gruppo di lavoro congiunto dell’Università di Newcastle e dell’Istituto di Scienze Planetarie di Tucson e si è basata su modelli informatici; i risultati fanno ipotizzare che l’inversione dei venti possa essere legata ad un’interazione tra l’atmosfera di Hat-P-7b e CoRoT-2b e il loro campo magnetico. Gli studi condotti sinora su questa famiglia planetaria hanno messo in rilievo un fatto singolare: le intense folate, che spirano nell’area equatoriale e puntano verso est, possono talvolta spostare in questa direzione il punto più bollente di un gioviano. Questa sorta di regola viene infranta da Hat-P-7b e CoRoT-2b, i cui hot spot si trovano ad ovest, un fenomeno che dovrebbe essere dovuto al diverso orientamento delle raffiche. Per spiegare questa anomalia sono stati chiamati in causa vari fattori, come la rotazione asincrona, la distribuzione asimmetrica delle nubi e l’interazione con il campo magnetico.
Gli autori dell’articolo si sono centrati sulla terza ipotesi e, tramite simulazioni in laboratorio, hanno voluto verificare cosa potrebbe accadere nell’atmosfera di un Hot Jupiter dotato di un campo magnetico robusto. Hanno preso in considerazione uno strato di atmosfera tale da poter generare delle onde a livello planetario: le onde puntano naturalmente verso est se non è presente un campo magnetico, mentre viaggiano nella direzione opposta se esso è presente. Perché tale fenomeno si verifichi, Hat-P-7b dovrebbe avere un campo magnetico di circa 6 Gauss, mentre per CoRoT-2b ne servirebbe addirittura uno da 3mila; tuttavia, il secondo gioviano anomalo potrebbe avere un campo magnetico al massimo di 250 Gauss, non sufficiente per far invertire il corso delle folate. Di conseguenza, gli autori ritengono che su CoRoT-2b il cambio di direzione debba essere legato a qualche meccanismo ancora sconosciuto. Tali anomalie, in ogni caso, schiudono nuovi scenari di ricerca su questi corpi celesti extra large e caldissimi.