Sono così rapide che la nostra galassia a stento le trattiene. Si tratta di un gruppo di stelle in viaggio nella Via Lattea a una velocità decisamente superiore alla media, tanto che secondo gli astronomi potrebbero persino schizzare fuori dalla loro dimora galattica.
E se davvero scappassero di casa, non sarebbe la prima volta: è la nuova scoperta di un gruppo di ricerca dell’Università di Cambridge, secondo cui questi celeri corpi celesti – chiamati appunto stelle iperveloci – sarebbero effettivamente giù fuggiti da un’altra galassia.
Il mistero, ricostruito grazie ai dati dello Sloan Digital Sky Survey (SDSS), vede al centro della scena
la cosiddetta Grande Nube di Magellano, una galassia nana in orbita attorno alla Via Lattea e dalle dimensioni molto più piccole.
Era questa la casa originaria delle velocissime stelle che oggi abitano con noi: la fuga è stata possibile a causa dell’esplosione di una delle due stelle di un sistema binario della nube, che ha permesso alle stelle circostanti di sfuggire alla gravità e superare così i confini galattici.
A quel punto le fuggitive sono state assorbite dalla spirale della Via Lattea, dove sono rimaste senza però riuscire a rallentare.
I risultati, pubblicati su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, sono stati presentati oggi al National Astronomy Meeting all’Università di Hull.
“È come se queste stelle fossero appena saltate già da un treno espresso – racconta Rob Izzard, co-autore dello studio – e questo spiega perché sono ancora così veloci. Spiega anche la loro posizione nel cielo: le stelle sono infatti state espulse dall’orbita della Grande Nube di Magellano verso le costellazioni del Leone e del Sestante.”
La squadra di rapidissime fuggitive catalogate da SDSS conta 20 elementi, il cui percorso è stato ricostruito dai ricercatori di Cambridge grazie a una serie di modelli computazionali.
“Siamo stati i primi a simulare l’espulsione di stelle iperveloci dalla Grande Nube di Magellano – dice Douglas Boubert, prima firma dell’articolo – e secondo le nostre previsioni ci sono circa 10.000 oggetti celesti simili sparsi nel cielo. Presto scopriremo se abbiamo ragione: l’anno prossimo il satellite dell’ESA Gaia raccoglierà dati su miliardi di stelle, tra cui quelle iperveloci.”