Ha un nome molto complesso, si presenta come un arco di colore azzurro e si trova a tal punto nelle pieghe dello spazio profondo che, nell’immagine di Hubble, è possibile vederla come si presentava 11 miliardi di anni fa, vale a dire solo 2,7 miliardi di anni dopo il Big Bang: la protagonista della nuova ‘impresa fotografica’ del telescopio Nasa-Esa è Sgas J111020.0+645950.8, una galassia distante che è possibile vedere ingrandita grazie all’effetto della lente gravitazionale. Per poter studiare più a fondo questa realtà, gli astronomi hanno utilizzato una nuova analisi computazionale e hanno ottenuto delle immagini 10 volte più chiare di quelle prodotte da Hubble.

I risultati dell’indagine sono stati illustrati nell’articolo “Star Formation at z = 2.481 in the Lensed Galaxy Sdss J1110+6459: Star Formation Down to 30 pc Scales”, pubblicato ieri su The Astrophysical Journal Letters. La galassia dal nome impronunciabile è protagonista anche di due articoli aggiuntivi, apparsi su The Astrophyisical Journal. Le nuove e più nette immagini hanno consentito agli astronomi di individuare nella galassia in questione delle ‘macchie’ brillanti che corrispondono a gruppi di stelle in formazione.

I gruppi sono circa due dozzine e ognuno di essi si estende per circa 200-300 anni luce; questo dato contrasta alcune teorie che propongono dimensioni più grandi (anche più di 3mila anni luce) per le regioni di formazione stellare nell’Universo distante. Sgas J111020.0+645950.8 fa parte di un gruppo di oltre 70 galassie ingrandite dalla lente gravitazionale e studiate da Hubble, nell’ambito degli obiettivi di ricerca individuati dall’indagine Sgas (Sloan Giant Arcs Survey) all’interno della vasta mappatura Sdss (Sloan Digital Sky Survey). L’effetto lente è prodotto dal cluster galattico Sdss J1110+6459, che si trova a 6 miliardi di distanza dalla Terra ed è in primo piano nella foto di Hubble.