Sessant’anni fa, la missione Mariner 4 della Nasa ha trasmesso le prime immagini di Marte, mostrando un paesaggio ricco di crateri e desolato. Quelle foto in bianco e nero, hanno segnato l’inizio di una nuova era nell’esplorazione planetaria.

Nel 1976, Viking 1 fu il primo veicolo a posarsi su Marte, inviando immagini nitide che hanno rivelato un terreno arido e privo di vita. Gli orbiter Viking hanno offerto in seguito mappe dettagliate del pianeta, tra cui la celebre panoramica delle Valles Marineris.

Con Pathfinder e il rover Sojourner, nel 1997, sono iniziate le prime esplorazioni robotiche, trasmesse via internet a un pubblico globale. Nel 2004, i rover Spirit e Opportunity hanno permesso di vedere Marte nel dettaglio, con immagini definite del suolo e delle rocce.

Nel 2006, la fotocamera Hirise a bordo della sonda Mars Reconnaissance Orbiter ha offerto immagini dettagliate di dune, crateri e possibili siti di atterraggio. Nel 2012, il rover Curiosity ha  portato sul Pianeta Rosso strumenti ancora più avanzati, seguiti nel 2021 da Perseverance, dotato di telecamere ad alta velocità, immagini a colori e capacità di analisi microscopica.

A bordo di Perseverance c’era anche Ingenuity, il primo elicottero attivo su un altro pianeta, che ha realizzato immagini aeree inedite e dimostrato le potenzialità del volo nell’atmosfera marziana. In sei decenni, l’evoluzione delle fotocamere spaziali ha trasformato Marte da un mondo sconosciuto a un luogo sempre più accessibile, preparando il terreno per le future esplorazioni umane.

 

Crediti foto: Nasa/Usgs