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Un incontro a circa 36 mila chilometri di quota, in orbita geostazionaria sopra l’equatore terrestre: è il test che ha visto protagoniste le sonde cinesi Shijian-21 e Shijian-25, impegnate in una complessa manovra di avvicinamento per testare l’aggancio meccanico in orbita.

L’operazione rappresenta un passo fondamentale in vista di un possibile esperimento di rifornimento orbitale, una capacità strategica che la Cina punta a sviluppare per prolungare la vita operativa dei satelliti.

Entrambi i veicoli spaziali sono stati realizzati dalla Shanghai Academy of Spaceflight Technology (Sast). In particolare, SJ-25 è progettato per testare il rifornimento di carburante satellitare e altri servizi di manutenzione, mentre SJ-21 funge da bersaglio passivo per queste operazioni.

I due satelliti erano già stati protagonisti di un primo avvicinamento all’inizio di giugno. Secondo i dati forniti dalla società statunitense Comspoc, il 13 giugno si sarebbero avvicinati a meno di un chilometro di distanza, con la possibilità – ancora non confermata – che abbiano eseguito un primo attracco. Nei giorni successivi si sono poi separati, raggiungendo una distanza di circa 120 chilometri il 16 giugno.

Un nuovo avvicinamento è stato registrato il 30 giugno grazie al tracciamento ottico fornito da S2a, una società svizzera specializzata nella sorveglianza spaziale. Una delle immagini diffuse (visibile qui a sinistra) mostra i due veicoli spaziali praticamente attaccati, suggerendo che sia stato completato con successo un attracco. Se confermato, il passo successivo potrebbe essere la sperimentazione del rifornimento in orbita e altri servizi di assistenza satellitare.

Immagine a sinistra: i dati della società svizzera che mostra SJ-25 and SJ-21 praticamente attaccati come un unico veicolo spaziale. Crediti: S2a

Immagine in evidenza: il monitoraggio dello spazio effettuato da Comspoc con cui viene mostrato l’avvicinamento di SJ-21 e SJ-25. Crediti: Comspoc