I sette pianeti di Trappist-1 potrebbero avere compagnia. Uno studio condotto dal Carnegie Institute e pubblicato su Astronomical Journal ha ipotizzato la presenza di un pianeta gigante gassoso che potrebbe orbitare ai confini esterni del sistema. «Sappiamo che numerosi sistemi stellari che hanno pianeti rocciosi simili alla Terra ospitano almeno un gigante gassoso – spiega Alan Boss, autore  principale dello studio – così ci stiamo chiedendo se i sette pianeti di Trappist abbiano pianeti giganti con orbite di lungo periodo».

Per rispondere a questa domanda i ricercatri si sono serviti della CapsCam, la Carnegie Astrometric Planet Search Camera, in grado di eseguire la ricerca di esopianeti con il metodo astrometrico che rileva la presenza di un pianeta in modo indiretto, attraverso la vibrazione emessa  dalla stella ospite attorno al centro di massa del sistema stellare.

Le indagini non hanno evidenziato la presenza di pianeti con massa superiore a 4,6 volte quella di Giove che orbitano la stella con un periodo di un anno e neppure pianeti con massa superiore a 1,6 volte quella gioviana che orbitano con periodi di 5 anni.

Il team di ricerca del Carnegie ritiene che la presenza di giganti gassosi nel sistema, possa essere utile a risolvere il dibattito di lunga data sulle origini di pianeti simili nel Sistema Solare. In particolare, la teoria dell’accrescimento del nucleo non è sufficiente a spiegare la presenza di pianeti giganti intorno a auna stella come quella di Trappist-1, dodici volte meno massiccia del Sole. Nel corso dei loro studi, i ricercatori del Carnegie hanno elaborato un modello basato sulla teoria dell’instabilità del disco protoplanetario: questa teoria evidenzia che i pianeti giganti si potrebbero formare anche intorno a stelle meno massicce come le nane rosse.«Se venissero scoperti – conclude Boss – i pianeti giganti di Trappist-1 potrebbero sfidare la teoria dell’accrescimento del nucleo, ma non necessariamente quella sull’instabilità del disco».