Emerge dallo spazio come un insieme scintillante di stelle su cui spiccano delle aree di un intenso color rosa: così si è presentata, allo sguardo acuto di Hubble, Ngc 5398, una galassia a spirale barrata situata nella costellazione del Centauro, a circa 55 milioni di anni luce di distanza dalla Terra. La galassia, classificata anche come Leda 49923, Eso 384-32 e Ugca 379, è nota agli addetti ai lavori per ospitare al suo interno una vasta area definita ‘regione H II’; si tratta di una zona nebulosa contraddistinta dalla presenza di idrogeno ionizzato dalla radiazione ultravioletta di astri ‘junior’.
Nell’immagine, è la zona rosa in basso (qui in alta risoluzione), situata sotto la barra centrale di stelle che attraversa il nucleo di Ngc 5398, ed è stata designata con il nome ‘in codice’ di Tol 89. Lo storico telescopio Nasa-Esa ha realizzato questo nuovo ‘scatto d’autore’ con lo strumento Acs (Advanced Camnera for Surveys). La regione Tol 89 presenta due grumi particolarmente brillanti che gli astronomi hanno battezzato come ‘A’ e ‘B’ e che hanno vissuto fasi di intensa formazione di nuove stelle, rispettivamente, circa 4 milioni di anni fa e meno di 3 milioni di anni fa. Secondo gli studiosi, Tol 89-A dovrebbe contenere una serie di astri particolarmente massicci e luminosi noti come stelle di Wolf-Rayet (Wr). Queste stelle, che devono il nome agli astronomi francesi Charles Wolf e Georges Rayet, sono caratterizzate da temperature molto elevate da intensi venti stellari.
Hubble, che nel 2015 ha celebrato le sue ‘nozze d’argento’ con lo spazio, è stato lanciato il 24 aprile 1990 con lo Shuttle Discovery (missione Sts-31) e due giorni dopo è stato liberato nel cosmo dal braccio robotico della navetta. Primo telescopio spaziale della sua tipologia, Hubble è ancora in attività e non ha nessuna intenzione di cedere le armi: nel giugno 2016, infatti, la Nasa ha stabilito di prorogarne la vita operativa fino al 30 giugno 2021. Quindi, la comunità scientifica e il grande pubblico degli appassionati potranno ammirare gli ‘scatti spaziali’ dell’infaticabile telescopio ancora per tre anni abbondanti.