Sono passati più di quindici anni dalla prima rilevazione di un Fast Radio Burst(Frb), letteralmente un lampo radio veloce, e da allora ne sono stati scoperti un paio di decine. Eppure gli astronomi non hanno indizi inequivocabili circa il tipo di sorgente che emette queste improvvise esplosioni di onde radio. Due astronomi dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA) sono riusciti a stimare quanti FRB dovrebbero verificarsi in tutto l’Universo osservabile, trovando una frequenza di circa uno al secondo. I loro risultati sono stati pubblicati sull’ultimo numero della rivista The Astrophysical Journal Letters.«Se le nostre stime sono corrette, dobbiamo immaginare il cielo pieno di lampi, come quando i paparazzi fanno foto alle celebrità», spiega Anastasia Fialkov del CfA, prima autrice dell’articolo. «Al posto della luce che vediamo con i nostri occhi, questi lampi arriverebbero nelle onde radio».

Per realizzare il loro studio, Fialkov e il suo co-autore Avi Loeb hanno considerato Frb 121102, un lampo radio proveniente da una galassia a circa 3 miliardi di anni luce da noi, ritenendolo rappresentativo di tutti i Frb. Dato che Frb 121102 si è riacceso numerose volte dopo la sua scoperta è il lampo radio che gli astronomi conoscono con maggior dettaglio. «Nel tempo che impiegate a bere una tazza di caffè, potrebbero scoppiare centinaia di Frb da qualche parte nell’Universo», dice Loeb. «Se fossimo in grado di osservarne anche solo una frazione, potremmo arrivare a svelare la loro natura». Sebbene la loro origine non sia ancora stata definita con certezza, la maggior parte degli scienziati ritengono che i Frb provengano da galassie molto lontane. L’idea è che vengano prodotti da giovani stelle di neutroni in rapida rotazione su loro stesse, con campi magnetici estremamente intensi. Fialkov e Loeb sottolineano che i Frb possono essere utili allo studio della struttura e dell’evoluzione dell’Universo anche senza che la loro natura sia pienamente compresa. Una grande popolazione di lampi radio lontani potrebbe funzionare come una flotta di sonde che ci permette di studiare il comportamento della materia a grandissime distanze. «I Frb sono torce incredibilmente potenti, e potrebbero aiutarci a studiare gli albori dell’Universo in un modo del tutto nuovo», aggiunge Fialkov.

Gli autori dell’articolo hanno anche esaminato quanto i radiotelescopi di ultima generazione, sia quelli in funzione che quelli previsti per l’immediato futuro, potrebbero contribuire alla scoperta di nuovi lampi radio. Lo studio prevede che lo Square Kilometer Array, attualmente in fase di sviluppo, sarà in grado di rilevare più di un Frb al minuto provenienti dall’epoca della cosiddetta reionizzazione, ovvero la fase in cui l’Universo è diventato trasparente alla radiazione, permettendole di muoversi liberamente. Il Canadian Hydrogen Intensity Mapping Experiment, invece, che è entrato in funzione di recente, sarà una macchina potente per la rivelazione di lampi radio, anche se la sua efficacia sarà limitata ad alcuni tipi di spettri (se tutti i Frb fossero come Frb 121102, lo strumento avrebbe qualche difficoltà a rilevarli).