Le spettacolari pennellate di colore tra il rosso, il verde e l’azzurro che tingono il cielo durante le aurore polari seguono sul nostro pianeta una sorta di ‘schema’: l’emisfero australe e quello boreale sono in un certo senso connessi, e gli archi aurorali risultano così speculari. Gli scienziati si aspettavano di trovare qualcosa di simile anche sugli altri pianeti, ma un nuovo studio ha appena individuato una grande eccezione: Giove.
Qui un team di ricerca coordinato dall’University College London ha scoperto una luce che pulsa in modo indipendente da nord a sud, come se ci trovassimo su due pianeti diversi. Lo studio è stato condotto combinando i dati a raggi X raccolti dai telescopi spaziali XMM-Newton dell’Esa e Chandra della Nasa, per osservare l’interazione del vento solare con l’atmosfera del gigante gassoso. I risultati, pubblicati oggi su Nature Astronomy, sono sorprendenti: nella parte meridionale del pianeta la luce brilla in modo costante ogni 11 minuti, mentre nella parte settentrionale i lampi sono del tutto casuali: la luminosità aumenta e diminuisce in continuazione, senza seguire uno specifico andamento. E, soprattutto, senza alcun legame con ciò che avviene al polo nord.
“Non ci aspettavamo di vedere nei raggi X i punti caldi gioviani pulsare indipendentemente – dice William Dunn, leader dello studio – perché credevamo che la loro attività sarebbe stata coordinata dal campo magnetico del pianeta. Dobbiamo studiare questo fenomeno più nel dettaglio, per capire in che modo Giove produce le sue aurore.” A tal proposito gli scienziati puntano a integrare le osservazioni di XMM-Newton e Chandra con i dati della missione Juno, in modo da comprendere le cause di questa luminosità gioviana apparentemente senza schema.