Sembra una vipera che striscia nel cielo, il lontanissimo oggetto celeste immortalato dal telescopio spaziale Hubble in questa scintillante immagine. Protagonista dello scatto, inaspettatamente, è una galassia: distante 6 miliardi di anni luce da noi, ci appare in questa forma a causa di un fenomeno particolarmente caro agli astronomi, la lente gravitazionale. In fisica, in particolare nella teoria della relatività generale, una lente gravitazionale avviene quando la radiazione emessa da una sorgente luminosa viene deflessa a causa della presenza di una massa posta tra la sorgente e l’osservatore. Il risultato è una sorta di ‘lente d’ingrandimento’ naturale, che permette agli scienziati di osservare oggetti celesti anche molto distanti dal nostro pianeta.

Esattamente ciò che è avvenuto nel caso della galassia ‘serpente’: un team internazionale di astronomi guidato dall’Università di Ginevra ha puntato Hubble verso una lente gravitazionale immensa, che generava diverse immagini distorte di questa lontana struttura galattica. I risultati, pubblicati su Nature Astronomy, parlano appunto di un ‘serpente cosmico’ come prodotto dalla lente gravitazionale. “L’immagine amplificata della galassia – spiega Antonio Cava, leader dello studio – è più precisa e luminosa, e ci permette di osservare dettagli fino a 100 volte più piccoli.”

Il ritratto della galassia realizzato da Hubble era ripetuto cinque volte a risoluzioni spaziali differenti, e questo ha permesso agli scienziati di effettuare un paragone diretto e risalire così alla struttura intrinseca dell’oggetto celeste. I nuovi dati mostrano che la galassia sarebbe meno massiccia di quanto suggerito da precedenti osservazioni di Hubble: questo perché sarebbe formata da componenti intrinsecamente più piccole – un dettaglio prima impossibile da registrare. Il ‘serpente’ cosmico ci offre così un importante passo avanti nella comprensione dei meccanismi fondamentali che regolano la formazione stellare nelle galassie distanti.