Si squarcia il velo sui meccanismi chimici che animano le nubi interstellari molecolari. A gettare uno sguardo su come si comportano i gas a temperature estremamente fredde è stato un team di studiosi dell’Institute of Low Temperature Science dell’Università di Hokkaido e dell’Institute for Theoretical Chemistry dell’Università di Stoccarda. La loro ricerca si è centrata sui processi in base ai quali il solfuro di idrogeno viene emesso sotto forma di gas nelle nubi interstellari molecolari ed è stata illustrata nell’articolo “An infrared measurement of chemical desorption from interstellar ice analogues”, pubblicato ieri su Nature Astronomy. Secondo il gruppo di lavoro, questo fenomeno, noto come desorbimento chimico, è più dinamico di quanto si ritenesse in precedenza e ha delle implicazioni rilevanti per comprendere i meccanismi di formazione stellare nelle nubi molecolari.
Nubi di questo genere sono piuttosto rare, ma, nelle galassie, sono realtà essenziali dove le molecole si formano ed evolvono e nelle cui aree più fredde e dense – a determinate condizioni – le stelle si affacciano alla vita. In teoria, in un ambiente dove le temperature raggiungono 10 Kelvin, tutte le molecole – eccetto idrogeno ed elio – dovrebbero essere strette nella morsa del ghiaccio che si forma sulla superficie delle polveri e quindi impossibilitate a volteggiare liberamente; in realtà, l’esperimento svolto dal team della ricerca ha mostrato uno scenario differente. Il gruppo di lavoro, infatti, ha ipotizzato che il desorbimento chimico sia attivo nelle zone di formazione stellare delle nubi molecolari e che rilasci particelle impiegando un eccesso di energia derivante da una reazione chimica.
Gli esperti hanno utilizzato un sistema sperimentale contenente acqua solida amorfaad una temperatura di 10 Kelvin e solfuro di idrogeno (H2S) ed hanno esposto l’H2S all’idrogeno, procedendo poi a monitorare la reazione con la spettroscopia ad assorbimento infrarosso. L’esito del test ha messo in rilievo che il desorbimento chimico è prodotto dall’interazione tra idrogeno e H2S e che tale processo è particolarmente dinamico. L’esperimento in questione è stato il primo in cui è stata effettuata una misurazione in situ del desorbimento chimico e ha fornito un quadro dettagliato della complessa chimica interstellare, un ambito di ricerca di grande rilievo per approfondire i processi di formazione stellare, ma anche dell’acqua, del metanolo e di composti molecolari più complessi.