E’ stato osservato per oltre 18 anni, ma solo ora gli studiosi sono riusciti a formulare un’ipotesi per spiegare l’andirivieni della sua luce: si tratta di un sistema binario, situato nella costellazione del Sagittario e battezzato con il complesso codice alfanumerico Ogle-Blg-Ecl-157529.
La coppia stellare è stata esaminata in uno studio di Astronomy & Astrophysics (articolo: “Long photometric cycle and disk evolution in the beta Lyrae-type binary Ogle-Blg-Ecl-157529”), realizzato da un gruppo internazionale di ricercatori coordinato dal Dipartimento di Astronomia dell’Università di Conceptiòn (Cile). Tra i dati impiegati per seguire l’andamento del sistema nel tempo vi sono quelli della missione Gaia dell’Esa e quelli dell’osservatorio di Las Campanas in Cile; questi ultimi fanno parte del progetto di ricerca Ogle (Optical Gravitational Lensing Experiment), coordinato dall’Università di Varsavia e attivo sin dal 1992.
Ogle-Blg-Ecl-157529 è costituito da una stella calda che orbita una compagna più fredda; intorno al primo astro si trova un disco variabile di gas, che gli autori del saggio ritengono il responsabile dei cali di luce. Analizzando i dati, gli astronomi si sono resi conto che il sistema presentava una variazione di luminosità molto particolare, con un periodo vicino a 800 giorni, unitamente ai cambiamenti tipici di questo tipo di oggetto celeste.
Le due componenti del sistema, inoltre, interagiscono tra loro: la stella più fredda, che si trova in uno stadio evolutivo maggiormente avanzato, trasferisce massa alla compagna più calda, formando un disco di gas esteso per circa 30 volte il raggio del Sole. Tale disco, caratterizzato da una temperatura pari a circa 3mila Kelvin, dovrebbe andare incontro a mutamenti nelle sue dimensioni e nel suo livello di calore dovuti alle variazioni nella quantità di materiale ricevuto dalla stella fredda.
I cambiamenti nelle proprietà del disco, secondo gli studiosi, sono quindi all’origine dell’intermittenza luminosa nella coppia stellare; le particolari variazioni nell’intensità delle eclissi, inoltre, potrebbero essere spiegate con l’evoluzione del disco gassoso. Il team della ricerca ritiene che i processi di trasferimento di massa riscontrati in Ogle-Blg-Ecl-157529 siano presenti anche in altri sistemi binari e ne condizionino l’evoluzione, al punto che in futuro tali entità potrebbero dar luogo a supernove o diventare sorgenti di radiazioni gravitazionali.