Un’esplosione pari a 240 bombe Hiroshima. È questa l’intensità delle inondazioni registrate nel Lake Catalina, lago ghiacciato nella Groenlandia orientale, da un team di ricercatori del Niels Bohr Institute, dell’Università di Copenaghen. Analizzando i dati delle immagini satellitari gli scienziati hanno rilevato che negli ultimi 50 anni si sono verificate quattro grandi inondazioni provenienti dal lago glaciale a causa dello scioglimento dei ghiacciai. Negli ultimi 200 anni la scienza ha registrato un aumento nel numero di inondazioni provenienti da laghi ghiacciati di tutto il mondo: in Norvegia, Stati Uniti, Islanda, Kyrgyzstan, Canada Austria e Svizzera. Nella maggior parte dei casi, è possibile prevedere l’evento in anticipo in modo da consentire ai cittadini di mettersi al riparo. Tuttavia alcune delle più grandi inondazioni mai registrate, come quelle avvenute nel Lake Catalina, sono rimaste sconosciute fino a poco tempo fa. “Queste esplosioni colossali del Lake Catalina sono state scoperte per puro caso”, afferma un membro del team. “Abbiamo appurato che un certo numero di satelliti ha scattato foto del lago negli ultimi 50 anni. Queste immagini sono ora accessibili liberamente e quando abbiamo deciso di dare un’occhiata e di confrontarle, esse ci hanno fornito informazioni rilevanti sul livello dell’acqua del lago nel corso del tempo permettendoci di individuare le quattro alluvioni”.
Lake Catalina si trova a Renland, un’isola di 100 km di lunghezza nel fiordo di Scoresbysund. Le inondazioni – in totale quattro tra il 1966 e il 2012 – hanno ‘liberato’ tra i 2,6 i 3,4 chilometri cubi di acqua dolce. La prima si è verificata tra il 1966 e il 1972, la seconda tra il 1988 e il 1989, la terza tra il 2003 e il 2004 e la quarta e ultima tra 2011 e il 2012. Analizzando i dati delle immagini satellitari gli scienziati hanno ideato un modello in grado di prevedere il prossimo evento di questo tipo che dovrebbe avvenire intorno al 2023 – anche se il team ipotizza che potrebbe verificarsi già tra due anni.
L’incertezza che circonda l’avvento della prossima esplosione può essere attribuita alle temperature crescenti in Groenlandia e nelle regioni artiche a causa del riscaldamento globale. Le dinamiche che si trovano dietro a queste inondazioni sembrano essere legate alla pressione dell’acqua: quando il livello dell’acqua aumenta, la pressione esercitata sul ghiacciaio arriverà ad un punto tale da provocare un’esplosione. Aslak Grinsted ed i suoi colleghi continueranno a monitorare ulteriormente tutti i movimenti della massa di ghiaccio, installando telecamere per documentare la prossima inondazione. Lo studio sarà pubblicato nel prossimo numero della rivista Scientific Reports.