Studiare la Luna per capire qualcosa di più sulla Terra. È l’approccio utilizzato da un team di ricerca guidato dall’Università di Toronto, che grazie al nostro satellite ha svelato una pagina ancora sconosciuta della storia terrestre. Protagonisti: gli asteroidi, proiettili cosmici che in passato hanno plasmato gran parte della geologia del nostro pianeta. Addirittura più di quanto pensassimo, secondo il nuovo studio: il quadro che emerge dai dati lunari è quello di una Terra particolarmente bersagliata da corpi celesti estranei – in particolare nella così detta era paleozoica.

La ricerca, pubblicata su Science, mostra che il numero di impatti da asteroide è aumentato da due a tre volte a partire da circa 290 milioni di anni fa. “Questa drammatica crescita ha riguardato sia la Terra che la Luna – spiega Sara Mazrouei, prima firma dello studio – che durante il Paleozoico sono stati colpiti da molti più asteroidi di quanto si stimasse in precedenza.”

La tecnica generalmente utilizzata per valutare l’impatto dei meteoriti è la datazione radiometrica delle rocce attorno ai crateri. Il problema è che questo metodo non riesce a tener conto dell’evoluzione nel corso del tempo, e quindi di un eventuale aumento del numero degli impatti in un determinato periodo storico.

Dare uno sguardo ai crateri lunari ha aiutato a superare questo ostacolo: Mazrouei e colleghi hanno utilizzato i dati raccolti dalla sonda Nasa Lunar Reconnaissance Orbiter (Lro), che ha iniziato ad analizzare la superficie lunare un decennio fa.  “Lo strumento Lro ci ha permesso di andare indietro nel tempo – racconta Noah Petro del Goddard Space Flight Center della Nasa – fino ad analizzare le forze esterne che hanno forgiato il nostro satellite in quello che è il suo aspetto attuale.” Tra queste forze esterne ci sono appunto gli asteroidi, che attraverso i millenni hanno colpito tanto la Luna quanto la Terra. Ma mentre la geologia terrestre spesso ha cancellato le tracce degli antichi impatti, ad esempio a causa dell’azione erosiva degli agenti atmosferici, i dati lunari ci arrivano per così dire ‘puliti’, ed è quindi più facile ricostruire la cronologia. Ecco che il nostro satellite funziona come una specie di macchina del tempo, che ci permette di guardare indietro nella storia del nostro pianeta per comprenderne sempre meglio l’evoluzione.