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Un lancio, tre missioni: il volo di Transporter-15 di SpaceX, partito il 28 novembre dalla Vandenberg Space Force Base, ha portato in orbita un gruppo eterogeneo di satelliti che segna un momento importante per diversi programmi europei di osservazione della Terra. A bordo del Falcon 9 c’erano infatti i due satelliti della missione HydroGnss dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), ma anche nuovi satelliti destinati alle iniziative nazionali di Italia e Grecia.

HydroGnss segna un passo importante nello sviluppo di sistemi rapidi e a basso costo per l’osservazione ambientale. La missione si basa su una tecnica innovativa, la riflettometria Gnss, che utilizza i segnali emessi dai sistemi di navigazione come Gps e Galileo. Una volta riflessi dalla superficie terrestre, questi segnali subiscono variazioni che rivelano informazioni sulle condizioni del terreno e dell’ambiente. I satelliti HydroGnss catturano sia i segnali diretti sia quelli riflessi e li confrontano grazie a un ricevitore in grado di elaborare mappe delay-Doppler. Da queste misure è possibile ricavare dati sull’umidità del suolo, sulla presenza di acqua in superficie, sullo stato di congelamento-disgelo e sulla quantità di biomassa: parametri fondamentali per studiare il ciclo dell’acqua e comprendere gli effetti del cambiamento climatico.

Lo stesso volo ha ospitato anche otto satelliti Eaglet II per la missione italiana Iride, un’iniziativa del Governo italiano coordinata dall’Esa con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana. Il programma prevede la realizzazione di una costellazione dedicata al monitoraggio continuo del territorio. I dati raccolti serviranno a migliorare il controllo dei movimenti del suolo, la gestione delle risorse idriche, la sorveglianza delle aree costiere e, più in generale, il monitoraggio ambientale. La missione offrirà inoltre un supporto diretto alla Protezione Civile, contribuendo alla prevenzione dei rischi naturali e alla gestione delle emergenze.

Il lancio del Transporter-15 ha rappresentato un traguardo significativo anche per la Grecia, che ha visto l’ingresso in orbita dei primi due satelliti radar Iceye del Greek National Small Satellite Programme. Si tratta dei primi elementi di un’iniziativa più ampia che, nel prossimo anno, includerà altre tipologie di satelliti e che mira a potenziare le capacità del Paese nel monitoraggio ambientale, nella gestione dei disastri e nel settore della sicurezza.

Con un unico lancio, l’Europa ha quindi ampliato in modo significativo il proprio patrimonio di infrastrutture spaziali, mettendo in orbita satelliti destinati a fornire dati essenziali per la scienza, la gestione del territorio e la sicurezza.

 

In apertura: il lancio della missione a bordo di un razzo SpaceX Falcon 9 dalla Vandenberg Space Force Base in California. Crediti: SpaceX.