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Con la firma degli Artemis Accords da parte di Malesia e Filippine, salgono a 59 le nazioni che hanno aderito al quadro multilaterale promosso dagli Stati Uniti per definire norme condivise nell’esplorazione spaziale. L’annuncio è stato dato lo scorso 26 ottobre, in occasione della visita del Presidente Trump a Kuala Lumpur, e rilanciato attraverso un comunicato ufficiale della Casa Bianca e un post del Dipartimento di Stato Usa. L’adesione dei due Paesi del Sud-Est asiatico rafforza il profilo internazionale degli Accordi, che promuovono principi come la trasparenza, la condivisione dei dati scientifici, l’uso responsabile delle risorse spaziali e la prevenzione di interferenze dannose attraverso l’uso di ‘zone di sicurezza’.

L’evento si inserisce in un momento significativo per la comunità spaziale globale: il 13 ottobre si è celebrato il quinto anniversario della firma iniziale degli Artemis Accords, avvenuta nel 2020 con otto Paesi fondatori, tra cui l’Italia, che da allora ha mantenuto un ruolo attivo e strategico.

Durante l’ultimo International Astronautical Congress (Iac), tenutosi a Sydney, i rappresentanti di 39 Paesi firmatari si sono riuniti per discutere l’attuazione concreta delle linee guida degli Accordi. L’incontro, co-presieduto da Australia, Emirati Arabi Uniti e Stati Uniti, ha affrontato temi cruciali come la definizione delle zone di sicurezza, la non interferenza tra attività spaziali, la gestione dei detriti orbitali lunari e l’interoperabilità tra sistemi.

Rappresentazione artistica di astronauti sulla superficie lunare

Rappresentazione artistica di astronauti sulla superficie lunare. Crediti: Nasa

«Insieme, siamo impegnati in un’esplorazione pacifica, sicura e trasparente della Luna e oltre», ha dichiarato l’amministratore ad interim della Nasa, Sean Duffy, in un messaggio pubblicato sui social. Il numero dei firmatari è cresciuto di sette volte in cinque anni e l’interesse verso il programma resta alto. Un prossimo workshop in Perù sarà dedicato a definire modalità efficaci per garantire la partecipazione attiva di tutti i firmatari, in particolare delle nazioni emergenti.

In questo contesto, il contributo italiano si distingue per la sua solidità e visione, con lo sviluppo di tecnologie all’avanguardia per gli habitat, i sistemi di supporto vitale, le infrastrutture di trasporto e comunicazione. Grazie al decisivo sostegno dell’Agenzia Spaziale Italiana, l’Italia svolge un ruolo di primo piano nel programma di ritorno dell’umanità sulla Luna, contribuendo con competenze industriali e scientifiche e con una visione diplomatica orientata al dialogo e alla partecipazione globale.

In un panorama internazionale segnato da nuove sfide geopolitiche e da una crescente competizione nello spazio, gli Artemis Accords si confermano uno strumento fondamentale per costruire fiducia, cooperazione, sostenibilità e favorire un uso pacifico dello spazio.

 

Foto in alto: i rappresentanti dei Paesi firmatari degli Artemis Accords posano per una foto dopo un incontro durante Iac 2025 di Sydney. Crediti: Nasa/Max van Otterdyk