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Durante il suo transito nel Sistema Solare si è messa in posa per due fotografi d’eccezione che l’hanno ripresa mentre sfrecciava a una distanza di 30 milioni di chilometri: la protagonista degli scatti è 3I/Atlas, cometa interstellare scoperta lo scorso 1° luglio dall’Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System, mentre i fotografi sono le sonde Tgo ExoMars e Mars Express dell’Esa, in orbita intorno al Pianeta Rosso.

Le due sonde hanno utilizzato le fotocamere di cui sono dotate, progettate per immortalare la superficie brillante di Marte a una distanza compresa tra poche centinaia e poche migliaia di chilometri. Gli scienziati non erano sicuri di riuscire a ottenere qualche risultato dall’osservazione di 3I/Atlas, dato che si tratta di un oggetto relativamente fioco e molto distante.

Le loro speranze, tuttavia, non sono state disattese: infatti, Tgo (Trace Gas Orbiter) è riuscita a realizzare alcune immagini, tra cui quella in alto. In essa 3I/Atlas è vicina al centro e si presenta come un puntino bianco leggermente sfocato che si muove verso il basso: il puntino è il ‘cuore’ della cometa e comprende il nucleo ricoperto di ghiaccio e la coda che lo circonda.

Tgo ha realizzato il ‘book’ fotografico con lo strumento Cassis (Colour and Stereo Surface Imaging System) che però non ha potuto distinguere il nucleo dalla chioma a causa della lontananza; la chioma, però, è chiaramente visibile anche se dall’immagine non è possibile misurarne le dimensioni. Dai dati di Mars Express, invece, non è ancora emerso nessun dettaglio su 3I/Atlas; gli scienziati continueranno la loro ricerca tenendo presente che questa sonda ha acquisito le immagini con tempi di esposizione brevissimi.

Inoltre, sempre con lo scopo di raccogliere ulteriori dettagli sulla cometa, gli studiosi hanno cercato di misurare il suo spettro con gli spettrometri Omega e Spicam di Mars Express e Nomad di Tgo; al momento questi dati sono ancora in fase di analisi e non è sicuro che la chioma e la coda di 3I/Atlas siano risultate sufficientemente luminose per una caratterizzazione spettrale.

Mars Express e Tgo Exomars vantano un significativo contributo del nostro paese, che vede l’Agenzia Spaziale Italiana in un ruolo di primo piano. Nello specifico, Cassis, lo strumento di Tgo che è appunto riuscito a scattare il ‘ritratto’ a 3I/Atlas, è stato progettato e realizzato all’Università di Berna con il contributo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica-Osservatorio Astronomico di Padova e dell’Asi.

In alto: la cometa 3I/Atlas vista da Tgo Exomars (Crediti: Esa/Tgo/Cassis)