In un’epoca in cui gli occhi sono puntati su Marte, i riflettori si accendono sul nostro vicino planetario più prossimo. Nel Sistema solare, il mondo rosso non è infatti il solo candidato a ospitare la vita: microbi extraterrestri potrebbero esistere anche su Venere. È l’ipotesi che da ieri ha elettrizzato (ma anche diviso) la comunità scientifica, a seguito della scoperta della presenza di fosfina nell’atmosfera venusiana. Una molecola molto semplice, composta da tre atomi d’idrogeno e uno di fosforo, che però potrebbe avere un’origine biologica.

Sul nostro pianeta la fosfina è un gas prodotto soltanto da processi industriali oppure da batteri che vivono in ambienti privi di ossigeno. Esiste quindi la possibilità che su Venere ci siano microbi simili, responsabili appunto dell’emissione di fosfina. Questi ipotetici batteri extraterrestri però non sono ancora stati trovati. Lo studio si basa infatti sui dati del telescopio James Clerk Maxwell alle Hawaii, successivamente confermati da un campione europeo per l’osservazione di molecole nel nostro sistema solare e oltre, l’osservatorio Alma in Cile, che ha puntato su Venere 45 delle sue 66 antenne. Identificando così una specie di impronta digitale della fosfina nell’atmosfera venusiana.

Ma per confermare l’eventuale origine biologica della fosfina, l’unico modo sarà andare a vedere di persona – roboticamente parlando. Ovvero inviare una sonda attorno a Venere: se esiste la vita questo è infatti il solo posto dove trovarla, dal momento che la superficie venusiana con i suoi 460° C è un luogo decisamente inospitale. Forse per questo Venere nella storia dell’esplorazione del Sistema solare è un mondo un po’ trascurato, almeno di recente.

Una delle ultime e più importanti missioni dedicate è stata Venus Express, prima impresa europea attorno a Venere con forte contributo italiano. La sonda dell’Esa, giunta nell’orbita polare venusiana nel 2006, ha sorvolato il pianeta fino alla fine del 2014.  Da allora gli unici ad aver mostrato interesse a mandare una navicella verso il nostro vicino planetario sono gli americani e i russi, ma ancora non c’è nulla di confermato.

La Nasa sta lavorando a due proposte di missioni, DAVINCI+ per studiare l’atmosfera venusiana e VERITAS per mappare la superficie del pianeta. Roscosmos ha invece manifestato l’intenzione di tornare su Venere in risposta al successo della prima missione con equipaggio di SpaceX. Contrapponendo alle future missioni statunitensi verso Marte un progetto di esplorazione di Venere, che l’agenzia russa considera più interessante del mondo rosso. È presto per dire chi abbia ragione, ma la scoperta della fosfina su Venere mette la palla al centro nella partita che si gioca per cercare altre forme di vita nel nostro Sistema solare.