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Ricopre la regione situata all’estremo settentrione della Terra ed è costituita dalle aree ghiacciate della Groenlandia e dalla banchisa che si forma sulla superficie del mare: è la calotta glaciale artica, che torna alla ribalta per uno studio condotto dalla Nasa e dal Nsidc (National Snow and Ice Data Center) dell’Università del Colorado-Boulder.

L’indagine, basata su dati satellitari, si è concentrata sul ghiaccio marino che, come di consueto, al termine della stagione estiva raggiunge il suo minimo annuale. Secondo Nasa e Nsidc, la quota minima è stata registrata il 10 settembre scorso con un’estensione pari a 4,60 milioni di chilometri quadrati; si tratta di un valore pari a quello del 2008 e si colloca al decimo posto nella graduatoria dei record negativi.

L’analisi delle condizioni di salute delle aree glaciali situate nelle regioni estreme della Terra può contare su vaste serie di dati satellitari, che permettono ai ricercatori di fare valutazioni e raffronti su archi temporali molto estesi: le osservazioni della calotta artica (e anche dell’Antartide), infatti, sono iniziate nel 1978 con il satellite meteorologico Nimbus-7, gestito dalla Nasa e dall’agenzia governativa Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration).

Negli anni si sono susseguite diverse generazioni di satelliti, sia per osservazione della Terra sia meteorologici, che hanno arricchito ulteriormente i database ‘glaciali’, acquisendo anche dati aggiuntivi come quelli riguardanti lo spessore del ghiaccio. Tra i satelliti più recenti ancora attivi ricordiamo in particolare IceSat-2 della Nasa, lanciato nel 2018.

Dall’esame di tutto questo materiale emerge che, negli ultimi 19 anni, il minimo annuale nel ghiaccio marino artico è sceso al di sotto del livello registrato nel 2007 e che nel 2012 ha toccato il suo record negativo in assoluto; in quell’anno, infatti, temperature molto elevate si erano combinate a condizioni meteorologiche particolarmente sfavorevoli. La situazione del 2025 è certamente migliore, ma la tendenza alla decrescita del ghiaccio non si arresta.

«Abbiamo raggiunto la quota di 47 anni di monitoraggio satellitare ininterrotto dell’estensione globale ghiaccio marino – ha commentato Angela Bliss, assistant chief del Nasa Cryospheric Sciences Laboratory – Questa serie di dati satellitari è una delle più lunghe e coerenti tra quelle esistenti e, grazie a essa, ogni singolo giorno possiamo monitorare il ghiaccio marino dell’Artico e dell’Antartide».

In alto: le condizioni della calotta artica a settembre 2025 (Crediti: Trent Schindler/Nasa’s Scientific Visualization Studio)