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3I/Atlas, la cometa interstellare in transito nel Sistema Solare, è stata osservata qualche giorno fa con lo strumento Gmos (Gemini Multi-Object Spectrograph) del telescopio Gemini South, situato sul Cerro Panchon, in Cile.
Lo scopo scientifico principale della sessione era acquisire lo spettro della cometa, ossia la distribuzione delle lunghezze d’onda della luce emessa. L’analisi spettrale consente infatti di dedurne la composizione e la chimica, quindi di analizzare come essa si modifichi durante il passaggio attraverso il Sistema Solare.
Le immagini multicolore ottenute mostrano che la chioma e soprattutto la coda sono molto più estese rispetto alle osservazioni precedenti. L’attività di 3I/Atlas diventa più frenetica man mano che si addentra nel Sistema Solare interno; l’esposizione alla radiazione solare e l’aumento delle temperature stanno facendo sublimare i ghiacci di cui è composta. I gas che scaturiscono, espandendosi, trascinano con sé particelle di polvere: una parte va a formare la chioma, il resto viene spinto sia dal vento solare che dalla pressione di radiazione e, allontanandosi dal nucleo, genera la coda. Al momento l’estensione è circa 1/120 di grado, cioè circa un trentesimo del diametro apparente della Luna piena.
Come spiega Bryce Bolin, ricercatore presso Eureka Scientific: «Queste osservazioni forniscono nel contempo uno spettacolo mozzafiato e dati scientifici di importanza cruciale. Ogni cometa interstellare è un messaggero proveniente da un altro sistema stellare, e studiandone luce e colori possiamo iniziare a comprendere la diversità dei mondi oltre il nostro». 3I/Atlas però non ha mostrato grandi differenze rispetto alle comete del Sistema Solare, almeno per ora. Colori, spettro, la composizione della chioma e della coda suggeriscono che i processi di formazione delle comete potrebbero essere gli stessi anche in altri sistemi stellari.

Il telescopio Gemini South situato sulle Ande settentrionali, in Cile.
Insieme a Gemini North, posto invece sul vulcano dormiente Mauna Kea, alle Hawaii, forma l’Osservatorio Gemini. (Crediti: International Gemini observatory
NoirLab/Nsf/Aura)
Le osservazioni del Gemini South sono state condotte nell’ambito di un’iniziativa di divulgazione scientifica organizzata da Nsf NoirLab in collaborazione con ‘Shadow the Scientists‘, un progetto nato per mettere in contatto il pubblico con la comunità scientifica attraverso esperienze autentiche di ricerca con telescopi di livello internazionale, durante eventi eccezionali. Alcuni membri del pubblico sono stati invitati a collegarsi da remoto alla sala di controllo del Gemini South, interagendo direttamente con gli astronomi per porre domande sulla scienza delle comete interstellari e seguendo in tempo reale l’evoluzione delle osservazioni. L’evento è stato seguito anche dall’Europa, Nuova Zelanda e Sud America.
Coinvolgere e far partecipare attivamente studenti e cittadini in vere sessioni di osservazione e raccolta dati non è solo un modo per ampliare le loro conoscenze, ma anche uno stimolo per formare nuove generazioni di scienziati desiderosi di esplorare l’Universo. Il prossimo novembre, quando la cometa 3I/Atlas riemergerà da dietro il Sole, Bryce Bolin guiderà una nuova sessione osservativa di Shadow the Scientists, questa volta dal telescopio Gemini North, alle Hawaii.
Il programma scientifico generale invece è stato coordinato da Karen Meech, astronoma presso l’Institute for Astronomy dell’Università delle Hawai‘i, che ha spiegato: «Gli obiettivi principali delle osservazioni erano esaminare i colori della cometa, che forniscono indizi sulla composizione e sulle dimensioni delle particelle nella chioma, e ottenere spettri per una misura diretta della chimica. Siamo rimasti colpiti dalla crescita della coda, che indica un cambiamento delle particelle rispetto alle precedenti osservazioni Gemini, e abbiamo avuto il nostro primo sguardo diretto alla chimica grazie allo spettro».
La cometa 3I/Atlas è il terzo oggetto interstellare che abbiamo scoperto mentre attraversa il nostro sistema planetario, dopo 1I/Ê»Oumuamua nel 2017 e 2I/Borisov nel 2019. Il nome si deve al sistema di sorveglianza Atlas (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System) di Rio Hurtado, in Cile, che l’ha individuata il 1° luglio 2025. L’oggetto si sta avvicinando al perielio (massima vicinanza al Sole), che raggiungerà il 30 ottobre 2025 passando a una distanza di circa 1,4 unità astronomiche dalla nostra stella, poco oltre l’orbita di Marte.
La cometa resterà visibile dai telescopi terrestri nel mese di settembre, dopodiché diventerà troppo vicina al Sole per essere osservata. Dovrebbe riapparire dall’altro lato agli inizi di dicembre, consentendo nuove osservazioni.
Foto: La cometa 3I/Atlas ripresa dal Gemini South Observatory
Crediti: International Gemini Observatory/NoirLab/Nsf/Aura/Shadow the Scientist. Image Processing: J. Miller & M. Rodriguez (International Gemini Observatory/Nsf NoirLab), T.A. Rector (University of Alaska Anchorage/Nsf NoirLab), M. Zamani (Nsf NoirLab))