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Il cuore di Giove riserva ancora sorprese. Per anni, gli scienziati hanno ipotizzato che un gigantesco impatto con un pianeta primordiale ne avesse mescolato la parte centrale, spiegando così la sua struttura interna.
Il nucleo del pianeta, infatti, non ha un confine netto: sfuma gradualmente negli strati esterni di idrogeno, formando quello che viene definito un ‘nucleo diluito’.
Il nucleo di Giove, infatti, non ha un confine netto: sfuma gradualmente negli strati esterni di idrogeno, formando quello che viene definito un ‘nucleo diluito‘.
Gli scienziati della Durham University però, insieme a ricercatori della Nasa, del Seti e di altre istituzioni, hanno recentemente simulato con i supercomputer diverse collisioni titaniche sul pianeta, scoprendo che anche quelle più violente non creano un nucleo diluito stabile.
Dopo lo scontro, il materiale denso di roccia e ghiaccio tende a riassestarsi nel tempo, formando un confine netto con l’idrogeno circostante.
Le simulazioni suggeriscono quindi che il nucleo di Giove si sia formato gradualmente, accumulando materiali pesanti e leggeri durante la crescita del pianeta, e non in seguito a un singolo evento catastrofico.
Giove potrebbe non essere l’unico caso, perché anche Saturno sembra possedere un nucleo diluito. Le nuove ricerche potrebbero spiegare l’evoluzione di entrambi, rafforzando l’idea che tali strutture siano effettivamente il prodotto di processi lenti e continui.
Non solo, lo studio sulle origini e la formazione di pianeti come Giove e Saturno ci aiuta a comprendere meglio anche quella dei giganti gassosi che orbitano attorno ad altre stelle, perché probabilmente molti di essi hanno strutture interne di simile complessità.
CREDITS: Nasa, Jpl-Caltech, SwRi, Msss
MUSIC: Nature Documentary – DELOSound