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Un altro brillante traguardo per il Webb: grazie alla sensibilità del suo spettrografo NirSpec (Near-Infrared Spectrograph), il telescopio è riuscito a individuare la presenza di ghiaccio d’acqua cristallino in un disco di polveri che orbita intorno a una giovane stella. La scoperta è stata illustrata in un recente studio pubblicato su Nature e coordinato dalla Johns Hopkins University di Baltimora.

La stella in questione è Hd 181327, ha un’età stimata di circa 23 milioni di anni e si trova nella costellazione meridionale del Telescopio a 155 anni luce di distanza dalla Terra. L’astro è più caldo e leggermente più massiccio rispetto al Sole e presenta appunto un disco di polveri, su cui si è puntata l’attenzione dei ricercatori. Per anni gli astronomi sono andati a ‘caccia’ di ghiaccio d’acqua in altri sistemi, ipotizzando scenari simili al nostro Sistema Solare; tuttavia, sono riusciti ad avere finalmente una conferma alle loro teorie solo con il telescopio Webb che ha individuato il prezioso elemento all’interno del già citato disco. Il ghiaccio d’acqua cristallino è un particolare tipo di ghiaccio che è presente anche negli anelli di Saturno e nei corpi ghiacciati della Fascia di Kuiper, cui – a detta degli studiosi – il disco di Hd 181327 somiglia molto.

Il ghiaccio scovato dal Webb è combinato alle fini particelle del disco e costituisce un ingrediente di primaria importanza nei dischi delle stelle giovani: infatti, può influenzare significativamente la formazione dei pianeti giganti ed entrare a far parte di piccoli corpi celesti che in seguito potrebbero dare origine ai pianeti rocciosi. Il telescopio, inoltre, ha rilevato che il ghiaccio d’acqua non è diffuso in maniera omogenea nel sistema di Hd 181327: esso si trova principalmente nell’area esterna del disco dove le temperature sono più rigide e si riduce man mano che ci si avvicina alla stella, soprattutto nell’area più prossima ad essa dove le radiazioni ultraviolette agiscono con più intensità.

Secondo il team della ricerca, il risultato conseguito dal Webb schiude nuovi scenari di studio sui processi di formazione dei corpi celesti. «La presenza di ghiaccio d’acqua contribuisce a facilitare la formazione dei pianeti – ha dichiarato Chen Xie, ricercatore presso la Johns Hopkins University e primo autore dello studio – I materiali ghiacciati potrebbero anche essere ‘consegnati’ a pianeti terrestri che potrebbero formarsi nel corso di un paio di centinaia di milioni di anni in sistemi come questo».

In alto: elaborazione artistica del disco di polveri di Hd 181327 (Crediti: Nasa, Esa, Csa, Ralf Crawford-StScI)