È una presenza ingombrante ed è impegnata a fare piazza pulita nel suo vicinato, diventando sempre più luminosa a danno di tre malcapitate confinanti: la prepotente in questione è Wise J224607.55-052634.9, una galassia distante scoperta dal telescopio spaziale Wise della Nasa nel maggio 2015 e recentemente oggetto di nuove osservazioni condotte con il telescopio Alma dell’Eso. I risultati di questa campagna, che ha evidenziato il fenomeno di cannibalismo messo in atto dalla galassia, sono stati pubblicati ieri su Science (articolo: “The multiple merger assembly of a hyperluminous obscured quasar at redshift 4.6”); lo studio, coordinato dall’Università Diego Portales di Santiago del Cile, è frutto di un gruppo di lavoro internazionale, che annovera anche rappresentanti del Jet Propulsion Laboratory della Nasa.

La galassia, chiamata in breve W2246-0526, presenta un’eccezionale luminosità, pur non essendo la più grande o la più massiccia tra quelle conosciute. Per dare un’idea, il suo splendore surclassa quello del Sole di 350 trilioni di volte: un dato da record, che la pone in cima alla ‘classifica’ delle galassie più scintillanti. Ma dietro questa immagine glitz & glamour, si nasconde un soggetto aggressivo che sta sottraendo materiale a tre piccole galassie – denominate semplicemente C1, C2 e C3; il fenomeno è stato notate grazie alle immagini ricavate dai dati di Alma, dove sono presenti delle scie di materiale che confluiscono verso W2246-0526. Allo stato attuale, non è possibile ipotizzare se C1, C2 e C3 riusciranno in qualche modo a resistere o se saranno completamente divorate dalla loro terribile vicina; in ogni caso, gli studiosi hanno notato che le scie contengono una quantità di materiale che all’incirca corrisponde alle tre piccole galassie.

Lo straordinario chiarore di W2246-0526 non deriva solo dalle sue stelle e dal materiale ‘soffiato’ alle vicine, ma anche da una forte concertazione di gas caldi e polveri nella sua zona centrale, dove si nasconde un buco nero super-massiccio (circa 4 miliardi di volte più massiccio del Sole). Infatti, tutto ciò che precipita nel buco nero ad alte velocità, si scontra, si surriscalda e influenza il materiale circostante che risplende con una particolare intensità. W2246-0526 è la galassia più lontana scoperta sinora a mostrare il fenomeno del cannibalismo da diverse fonti: la sua luce infatti ha impiegato 12,4 miliardi di anni per raggiungere la Terra e gli studiosi hanno potuto osservarla in una fase cronologica corrispondente ad un decimo dell’attuale età dell’Universo. La galassia, che è classificata come quasar per la presenza di strutture luminose alimentate da un buco nero, può arrivare all’autodistruzione. I ricercatori ipotizzano che queste realtà, dopo aver raccolto eccessive quantità di materiale, finiscono per rigurgitare gas e polveri la cui situazione turbolenta incide negativamente sulla nascita di nuove stelle, provocando un ‘pensionamento’ della galassia. Secondo gli autori dell’articolo, il banchetto di W2246-0526 dovrebbe durare ancora per poche centinaia di milioni di anni.