Si trova ad una distanza di 33 milioni di anni luce, nella costellazione di Eridano, ed è nota per possedere due barre di stelle, una esterna ed una interna: si tratta di Ngc 1291, una galassia scoperta da James Dunlop nel 1826 e successivamente classificata nel New General Catalogue da Johan Dreyer. Ngc 1291 (in alto, in un’immagine della missione Galex della Nasa) si è guadagnata gli onori della cronaca per la presenza, nella barra interna, di una struttura che ricorda un’arachide, scoperta da un gruppo di astronomi dell’Istituto di Astrofisica delle Canarie che hanno successivamente illustrato la loro ricerca su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society (articolo: “Inner bars also buckle. The Muse Timers view of the double-barred galaxy NGC 1291”).
La configurazione articolata della galassia era stata già notata dall’astronomo francese Gérard de Vaucouleurs, che per la prima volta aveva individuato un sistema costituito da due barre stellari e identificato uno schema (‘lens-bar-nucleus’), ripetuto esattamente nella parte interna e in quella esterna di Ngc 1291 (a questo link, il video che illustra la struttura). Secondo gli studiosi, questa struttura che ricorda quella di una matrioska è di fondamentale importanza per comprendere le fasi di vita delle galassie: infatti, la barra interna segue la stessa evoluzione della barra esterna e ne riproduce le stesse peculiarità, ma in scala ridotta proprio come avviene con le caratteristiche bambole russe. Inoltre, gli astronomi ritengono che studiare una galassia con un’organizzazione tipo matrioska sia molto utile anche per approfondire i meccanismi di nutrimento dei buchi neri supermassicci.
La struttura a forma di arachide in Ngc 1291 – osservata per la prima volta in una barra interna – è dovuta ai movimenti verticali nelle stelle della barra e, nel gergo degli astronomi, è definita B/P structure (Box/Peanut structure); prima di questa scoperta, le strutture B/P erano state individuate solo nelle barre esterne delle galassie a doppia barra oppure nelle barre singole, come in quella della Via Lattea. Inoltre, secondo gli autori della ricerca, la presenza di questa struttura nella barra interna è indicativa della sua stabilità che può protrarsi anche svariati milioni di anni; questo significa che le barre interne hanno a disposizione un tempo molto lungo per convogliare il gas nel centro della galassia e corrobora l’ipotesi che possano rifornire i buchi neri supermassicci. La campagna di osservazioni di Ngc 1291 è stata svolta nell’ambito del progetto di ricerca Timer (Time Inference with Muse in Extragalactic Rings) ed è stata condotta utilizzando lo spettrografo Muse installato sul telescopio Vlt dell’Eso.