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Scoperti per la prima volta due resti di supernova (Snr) situati alla periferia di una galassia. J0624-6948 e J0614-7251 si trovano infatti nella regione più esterna della Grande Nube di Magellano (Lmc), la più grande galassia satellite della Via Lattea, ovvero, in un ambiente ritenuto inadatto per questi oggetti.
La scoperta è stata sorprendente poiché quando le stelle muoiono, e concludono la propria vita con una grande esplosione chiamata supernova, lasciano la propria impronta se l’ambiente è sufficientemente denso di particelle cariche (gas ionizzato). Questo non è solitamente il tipo di gas trovato finora nelle zone più esterne di una galassia.

Supernova J0624-6948

Supernova J0614-7251
Le due sorgenti, J0624-6948 e J0614-7251, sono state individuate per la prima volta in onde radio con l’Australian Square Kilometre Array Pathfinder (Askap) e nei raggi X con l’extended Roentgen Survey with an Imaging Telescope Array (eRosita), il telescopio spaziale frutto della collaborazione tra Germania e Russia. La conferma che i due oggetti fossero di resti di supernova è arrivata con le osservazioni del Xmm-Newton. Operativo dal 1999, il telescopio spaziale a raggi x dell’Agenzia Spaziale Europea ha fornito un’indicazione precisa rilevando gli elementi chimici più comuni dei resti di supernova.
Lo studio, pubblicato su Astronomy & Astrophisics, suggerisce che le stelle progenitrici di J0624-6948 e J0614-7251 un tempo appartenessero alla Grande Nube di Magellano. In seguito, a causa dell’attrazione gravitazionale con la Via Lattea, le forze mareali le hanno spinte fuori dalla galassia madre.
Ciò evidenzia, dunque, che l’ambiente in cui la Via Lattea e le Nubi di Magellano interagiscono è costituito da gas ionizzato molto più di quanto gli scienziati avevano previsto. La scoperta favorisce la comprensione delle dinamiche di influenza reciproca tra galassie.
Immagine in evidenza: la Grande Nube di Magellano al centro dell’immagine, le piccole croci gialle sono le supernove scoperte fino ad ora. In basso a sinistra J0624-6948 (in arancione) e J0614-7251 (in blu) – Crediti: Eckhard Slawik, Esa/Xmm-Newton/M. Sasaki et al.