Le nane bianche giunte alla fine della loro vita possono ‘divorare’ i pianeti  e gli asteroidi nati nella loro orbita. Lo afferma uno studio condotto dall’University College di Londra e dall’Armagh Observatory, pubblicato su Astrophysical Journal Letters. Grazie ai dati del Very Large Telescope dell’Eso è stato possibile individuare la firma di questo processo: una sorta di  cicatrice impressa sulla superficie della nana bianca Wd 0816-310.

La nana bianca, grande quasi quanto la Terra, ha inghiottito un oggetto dalle dimensioni simili a quelle dell’asteroide Vesta e la cicatrice è una concentrazione di metalli impressa sulla superficie dell’astro.

Gli astronomi hanno notato che la quantità di metalli presenti sulla superficie della stella è cambiata nel corso del processo di rotazione di quest’ultima. Queste variazioni sono sincronizzate con i cambiamenti nel campo magnetico della nana bianca e la cicatrice è visibile in corrispondenza di uno dei poli magnetici.

Grazie alla precisione dello strumento Fors2 del Vlt è stato possibile misurare il campo magnetico della stella. Gli astronomi ritengono che in futuro si potrà rivelare anche la composizione dei pianeti che orbitano attorno a oggetti con caratteristiche simili a quelle di Wd 0816-310. Lo studio dimostra inoltre che i sistemi planetari possono rimanere dinamicamente attivi anche dopo un eventuale processo di cannibalizzazione.

Crediti foto:  Eso/L. Calcada