Il telescopio Webb ci regala nuove scoperte, ma anche nuovi misteri.

Gli astronomi, grazie a una specifica lunghezza d’onda nell’infrarosso, cui Webb è particolarmente sensibile, hanno rilevato un’emissione di metano sulla nana bruna W1935.

L’oggetto, che si trova a 47 anni luce dalla Terra, è più massiccio di Giove, più piccolo di una stella, e non fa parte di un sistema binario. Il fatto che sia un oggetto freddo e privo di una fonte di calore, rende la scoperta sorprendente.

Nel nostro Sistema Solare, il metano in emissione è una caratteristica comune nei giganti gassosi come Giove e Saturno. Il riscaldamento dell’atmosfera superiore che alimenta questa emissione è legato al fenomeno delle aurore che a sua volta è strettamente legato al vento solare.

La ricerca, condotta da Jackie Faherty, astronomo dell’American Museum of Natural History di New York, è stata presentata al 243° incontro dell’American Astronomical Society che si sta svolgendo a New Orleans.

Il gruppo di ricercatori ha potuto utilizzare Webb per osservare 12 nane brune fredde. Due di questi oggetti, W2220 e W1935, sembravano identici in quanto a luminosità, temperature e composizione, ma con una caratteristica opposta: il primo assorbiva metano, come previsto, mentre il secondo lo emetteva.

«Ci aspettavamo di vedere il metano perché si trova ovunque su queste nane brune. Ma invece di assorbire la luce, abbiamo visto il contrario: il metano brillava. Il mio primo pensiero è stato: perché da questo oggetto escono emissioni di metano?» ha detto Faherty.

I ricercatori hanno quindi utilizzato dei modelli computerizzati per comprendere l’origine dell’emissione. Ciò che è emerso è che W2220 avrebbe una distribuzione di energia in tutta l’atmosfera che diventa più fredda con l’aumentare dell’altitudine, W1935, invece, presenta un’inversione di temperatura, dove l’atmosfera diventa più calda con l’aumentare dell’altitudine. «Questa inversione di temperatura è davvero sconcertante – ha spiegato Ben Burningham, dell’Università dell’Hertfordshire in Inghilterra, coautore dello studio e responsabile dei modelli – Abbiamo osservato questo tipo di fenomeno in pianeti con una stella vicina che può riscaldare la stratosfera, ma vederlo in un oggetto senza un’evidente fonte di calore esterna è incredibile».

Indagando il Sistema Solare, il contributo al processo delle aurore, oltre al Sole, viene offerto anche dalle lune geologicamente attive come Io ed Encelado rispettivamente su Giove e Saturno. Resta ancora da vedere se W1935 ha una luna che potrebbe avere un ruolo in questo caratteristico fenomeno di emissione di metano.

 

immagine in evidenza: illustrazione di W1935 e le sue aurore – Crediti: Nasa, Esa, Csa, L. Hustak