La Luna potrebbe fornire preziosi indizi sul ruolo giocato dalle stelle e dalle galassie agli albori dell’Universo. Un team composto dall’’International Center for Radio Astronomy Research (Icrar) e dall’Arc Center of Excellence di All Sky Astrophysics in 3 Dimensions (Astro 3D) ha osservato il nostro satellite con il radiotelescopio Murchison Widefield Array per tentare di rilevare il debole segnale prodotto dagli atomi di idrogeno quando l’Universo si era appena formato.
Gli astronomi ritengono che rilevare questo tenue segnale radio possa aiutare a verificare la correttezza delle teorie sull’evoluzione dell’Universo. «Il nostro radiotelescopio situato nel deserto dell’Australia occidentale, capta i segnali radio e converte le informazioni in immagini del cielo – commenta Benjamin McKinley, autore principale dello studio – il segnale radio proveniente dall’universo primordiale è molto debole rispetto agli oggetti estremamente luminosi in primo piano, che includono i buchi neri in altre galassie e gli elettroni nella nostra Via Lattea».
La chiave per risolvere questo problema è riuscire a misurare con precisione la luminosità media del cielo. Tuttavia, le interferenze nelle radiofrequenze rendono difficile ottenere osservazioni accurate di questo flebile segnale radio. Gli astronomi hanno utilizzato la Luna come un punto di riferimento per la luminosità e la forma già note, riuscendo a misurare il bagliore della Via Lattea. Lo studio è al momento alla sua fase iniziale e gli scienziati contano di ripetere le osservazioni anche con altri radiotelescopi, per riuscire a scovare il segnale dell’idrogeno e mettere alla prova le attuali teorie sulla formazione dell’Universo primordiale.