Inquinamento luminoso di nuovo al centro dell’attenzione, ma questa volta per un esperimento che ha testato un sistema di contenimento del fenomeno. La prova ha dato un esito positivo, producendo una riduzione della luce indesiderata che potrebbe raggiungere anche il 94%.

Questa forma di inquinamento, com’è noto, altera la visione notturna del cielo e crea un ostacolo a chi punta gli strumenti di osservazione verso le stelle; le cause di questo problema sono sia le fonti di luce artificiale connesse alle attività umane, sia la luce solare riflessa dai satelliti e dai detriti spaziali.

Si tratta di una questione molto sentita dalla comunità scientifica e altrettanto dibattuta, anche per l’incremento del numero di satelliti in orbita (come quelli della costellazione Starlink di SpaceX) che hanno aggravato il problema.

Una notevole quota di inquinamento luminoso è comunque connessa all’illuminazione urbana, che in tempi recenti ha visto una larga diffusione delle luci a Led; dato che si tratta di lampade più efficienti ed economiche, la loro accensione prolungata – anche per tutta la notte – ha praticamente azzerato le stelle. L’eccesso di luminosità quindi sta condizionando pesantemente le attività scientifiche, la produttività e la vita operativa degli osservatori astronomici, nonostante la loro collocazione in zone remote.

Infatti, gli attuali telescopi sono così sensibili che subiscono l’impatto delle luci cittadine anche se sono situati a parecchi chilometri di distanza. Tuttavia, una soluzione per provare a preservare l’integrità del cielo è stata individuata ed è stata messa in atto da una start-up tedesca, Stealth Transit, con un esperimento condotto presso un osservatorio astronomico situato sulle montagne del Caucaso. Il sistema DarkSky Protector consta di tre componenti: un dispositivo che fa lampeggiare le luci a Led con una rapida frequenza, un ricevitore Gps e un particolare otturatore – per la fotocamera del telescopio – che segue il ritmo dei lampeggiamenti. Il Gps funge da guida per l’otturatore in modo che si apra nei momenti in cui le luci a Led sono spente. L’esperimento ha dato risultati positivi, filtrando la luminosità in eccesso; i tecnici ritengono che questo sistema potrebbe appunto portare ad una riduzione della luce pari al 94%.

Nel frattempo, altre iniziative sono in campo per tutelare il prezioso patrimonio dei cieli notturni, come l’impiego di impianti di illuminazione meno invasivi e la realizzazione di riserve in cui i cieli stellati sono protetti esattamente come avviene per la flora e la fauna nei parchi naturali.

In alto: veduta notturna dell’Italia dalla Stazione Spaziale Internazionale (Crediti: Esa/Nasa)