Sn 2023ixf, una nuova supernova di tipo II scoperta nel maggio 2023, sta sfidando gli attuali modelli di evoluzione stellare. Situata a circa 20 milioni di anni luce di distanza da noi nella Galassia Girandola, la supernova – per via della sua vicinanza alla Terra, per l’estrema luminosità e la sua giovane età – fornisce una notevole mole di dati da analizzare. Lo studio è stato pubblicato su The Astrophysical Journal Letters.

Per comprendere meglio l’esplosione di Sn 2023ixf, un team di del Center for Astrophysics Harvard & Smithsonian ha analizzato i dati dei telescopi Tillinghast e Mmt presso l’Osservatorio Fred Lawrence Whipple, in Arizona. Questo studio multi-lunghezza d’onda ha rivelato che, in netta contraddizione con le aspettative e con la teoria dell’evoluzione stellare, lo shock breakout (ovvero il momento in cui l’astro emette il suo impulso luminoso più forte appena prima dell’esplosione) di Sn 2023ixf è stato ritardato di diversi giorni.

«L’esplosione ritardata dello shock è una prova diretta della presenza di materiale denso derivante dalla recente perdita di massa – ha commentato Daichi Hiramatsu, autore della ricerca – una perdita di massa così estrema è atipica per le supernove di tipo II. Le nostre nuove osservazioni hanno rivelato una quantità significativa e inaspettata di perdita di massa – simile a quella del Sole – riscontrata nell’ultimo anno di vita della supernova».

Questa scoperta ha un significato di particolare rilievo per la comunità scientifica. I dati combinati – ottenuti dai vari osservatori da terra e dallo spazio – hanno determinato l’ora dell’esplosione con una precisione di due ore, dando agli astronomi un vantaggio nelle loro indagini.

Crediti foto: Melissa Weiss/Cfa