Ha appena celebrato il suo 11° anniversario dell’arrivo sul Pianeta Rosso e non si è riposato neanche nel giorno di festa, portando a termine un’ascensione da professionisti: il rocciatore in questione è Curiosity, il rover della Nasa giunto su Marte il 6 agosto 2012 per studiarne la geologia e il clima.

È il rover stesso, sul suo profilo Twitter, a commentare l’impresa: “In quest’ultimo anno ho oltrepassato 30 km di cammino (…) e ho affrontato la mia salita più dura”. L’intrepido esploratore, durante il suo viaggio tra i contrafforti del Monte Sharp, ha appena percorso un pendio che ha un’inclinazione di 23 gradi ed è irto di ostacoli quali sabbia scivolosa e rocce pericolose per le sue ruote. Questa salita così ripida (circa il 43% di pendenza) ha costretto Curiosity (e il team di tecnici che lo segue) a una serie di complicate manovre, effettuate soprattutto tra maggio e giugno.

Durante il percorso, il rover ha sostato in una zona chiamata ‘Jau’, particolarmente segnata da crateri da impatto di varie dimensioni; gli scienziati raramente avevano avuto l’occasione di osservare un’area così accidentata. Nonostante le difficoltà dell’itinerario, il veicolo ha seguito la strada pianificata dai tecnici senza trovarsi mai in un reale pericolo; non sono mancate le fermate dovute a uno slittamento o a una roccia affiorante, ma Curiosity ha ‘tirato dritto’.

Per evitare uno sforzo eccessivo al rover, gli ingegneri della Nasa hanno anche inserito una variante nel percorso che ha incluso un tratto meno ripido. I tecnici tracciano il cammino di Curiosity in base alle immagini della sonda Mro (Mars Reconnaissance Orbiter), anch’essa targata Nasa, ma le foto non sempre permettono di individuare gli ostacoli che il rover può effettivamente incontrare sul suo cammino.

Grazie alla deviazione, Curiosity ha potuto superare la salita e ha fatto ammirare alla sua squadra un vasto panorama marziano (in basso). Il successo della salita non ha distolto il rover dalla prosecuzione del suo iter: “Ho ancora altre attività scientifiche da fare, quindi via ad altre esplorazioni sul Pianeta Rosso!”, ha commentato Curiosity – con uno spiccato senso del dovere – sul suo profilo Twitter.

In alto: il percorso seguito da Curiosity durante la scalata (Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Usgs-Flagstaff/University of Arizona) 

In basso: veduta della zona ‘Jau’ (Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Msss)