Nel prossimo mese e mezzo sono due le missioni con equipaggio che dovranno approdare alla Stazione spaziale internazionale: la Crew-7 Nasa e la Soyuz MS-24 di Roscosmos.

In un briefing del 25 luglio, i funzionari della Nasa hanno dichiarato che la prossima missione della SpaceX Crew Dragon d non avverrà prima del 17 agosto. Il lancio era previsto il 15 agosto ma è stato posticipato di due giorni per permettere ai tecnici la riconfigurazione del Launch Complex 39A per il Falcon 9, dopo il lancio del Falcon Heavy avvenuto con successo lo scorso 28 luglio.

Benji Reed, direttore senior per i programmi di volo spaziale umano presso SpaceX, ha affermato che i preparativi per Crew-7 procedono in modo nominale. Reed ha aggiunto che durante la precedente missione cargo Dragon CRS-28, a giugno, erano stati riscontrati problemi con le valvole di isolamento nel sistema di propulsione del veicolo spaziale che erano rimaste aperte. Quelle valvole, utilizzate solo in caso di perdita del propulsore, erano apparentemente corrose e si erano attivate, sebbene non servissero.

«Stiamo ispezionando le valvole di isolamento su tutti i veicoli Dragon – ha aggiunto Reed – e tutte, sulla Crew-7 come sul veicolo Crew-6 attraccato alla stazione, funzionano correttamente.

L’equipaggio 7 sarà comandato dall’astronauta della Nasa Jasmin Moghbeli e avrà l’astronauta dell’Agenzia spaziale europea Andreas Mogensen come pilota. Satoshi Furukawa dell’Agenzia spaziale giapponese Jaxa e Konstantin Borisov di Roscosmos saranno specialisti di missione. I quattro dovrebbero trascorrere circa 190 giorni sulla stazione, ha affermato Joel Montalbano, responsabile del programma Iss della Nasa.

Dopo di loro è previsto l’attracco dalla navicella spaziale Soyuz MS-24, il cui lancio è in agenda per il 15 settembre. La capsula russa porterà alla stazione i cosmonauti di Roscosmos Oleg Kononenko e Nikolai Chub e l’astronauta della Nasa Loral O’Hara. O’Hara dovrebbe trascorrere sei mesi sulla stazione, mentre Kononenko e Chub potrebbero trascorrervi un anno.

Il lancio segna il ritorno in orbita della Soyuz con equipaggio dal lancio della MS-22 avvenuto il 21 settembre 2022. A dicembre scorso, una perdita di refrigerante sulla navetta aveva infatti portato Roscosmos a decidere di sostituire il veicolo spaziale agganciato alla Iss, lanciando una Soyuz MS-23 senza equipaggio a febbraio e riportando indietro la Soyuz MS-22 senza equipaggio.

Montalbano ha affermato che da un’indagine concotta da Roscosmos non è stato riscontrato alcun difetto della navicella Soyuz tale da causare la perdita, anche se un evento simile si è verificato su una navicella Progress a febbraio.

Montalbano ha dichiarato che insieme a Ken Bowersox, amministratore associato della Nasa per le operazioni spaziali, hanno incontrato a Mosca i funzionari di Roscosmos e non hanno riscontrato prove di cambiamenti nelle procedure, negli strumenti o nel personale che avrebbero potuto causare la perdita di refrigerante della Soyuz.

«La conclusione di Roscosmos è che la perdita sia stata generata da un qualche tipo di forza esterna», come un micrometeoroide o un impatto di detriti orbitali. «Anche il team Nasa – ha spiegato Montalbano – ha esaminato il caso in modo indipendentemente, e sulla base delle informazioni che sono state fornite dai colleghi russi, non è stato possibile imputare l’accaduto se non a un evento esterno».

In apertura l’equipaggio di Crew-7. Da sinistra a destra: Konstantin Borisov, Andreas Mogensen, Jasmin Moghbeli e Satoshi Furukawa. Credito: SpaceX