Un pianeta alieno e inospitale avvolto da un vento tossico. Così appare la Terra nelle animazioni realizzate dal Global Modeling and Assimilation Office della Nasa che mostrano il nostro mondo nel caso in cui l’anidride carbonica (CO2) fosse visibile agli occhi.

Fondamentale fattore che influenza i cicli climatici della Terra, la CO2 contribuisce a trattenere la luce del Sole e a mantenere il nostro pianeta abitabile. Tuttavia, se presente in quantità elevate in atmosfera, questo gas intrappola troppo calore, così come fanno altri gas serra climalteranti, rendendo così la Terra più calda.

Realizzate grazie ai dati sui livelli di anidride carbonica rilevati nel 2021, le 3 animazioni si focalizzano ciascuna su diverse parti del globo: il Nord con il Sud America, L’Europa con L’Africa, e infine l’Asia con l’Oceania.

Tutte si basano sui quattro fattori principali per il rilascio di emissioni in atmosfera: i combustibili fossili (marroncino), la combustione di biomassa (rosso), gli ecosistemi terrestri (verde) e gli oceani (blu).

Le fonti della CO2 terrestre sono, infatti, di due tipi: quella naturale e quella di natura antropica, ossia causata dall’uomo.

Nella prima categoria rientrano gli oceani, la respirazione animale e vegetale, la decomposizione della materia organica, gli incendi boschivi e le eruzioni vulcaniche. Inoltre, esistono alcuni serbatoi dove il gas rimane intrappolato per un certo periodo di tempo, come gli oceani, le foreste o i ghiacciai che possono rilasciare le loro riserve di anidride carbonica.

Le cause antropogeniche sono invece le attività agricole, i trasporti e la produzione di energia.

La grande tendenza che accomuna le tre animazioni è la capacità della CO2 di spostarsi dalle regioni in cui viene emessa maggiormente, principalmente il Nord del mondo, verso le aree terrestri che riescono a contenere le emissioni di anidride carbonica o, ancora di più, ad assorbirne grandi quantità, ossia Africa, Oceania e Sud America.

La capacità della CO2 di inglobare aree meno inquinanti è osservabile, per esempio, nell’animazione che comprende l’Asia e l’Oceania: l’aumento del carico atmosferico di CO2 nel 2021 in Cina, dovuto alle emissioni da combustibili fossili, va infatti ad annullare la capacità della biosfera terrestre dell’Oceania di assorbire il gas.

L’Australia, con emissioni e densità di popolazione molto più basse, alla fine dell’animazione viene inglobata e oscurata, infatti, dalle emissioni rilasciate prevalentemente nell’emisfero settentrionale.

Nell’animazione con l’Europa e l’Africa, oltre alla tendenza all’inglobamento delle emissioni dal nord verso il sud, viene mostrato il ruolo negativo degli incendi (rosso in atmosfera) in Africa centrale, accesi per eliminare i residui delle coltivazioni. Pur rappresentando una fonte di CO2 in atmosfera molto minore rispetto alle emissioni di combustibili fossili, gli incendi sono rilevanti in quanto possono alterare la capacità di un ecosistema di sequestrare il carbonio in futuro.

Le 3 animazioni mostrano anche questa capacità di assorbimento della CO2 da parte degli ecosistemi terrestri (verde sulla superficie terrestre), così come degli oceani (blu sulla superficie marina).

Il ruolo positivo delle piante è visibile, ad esempio, nella prima animazione in cui il Nord e il Sud America godono nei primi mesi dell’anno della capacità dei vegetali di assorbire il gas attraverso la fotosintesi per poi rilasciarla durante i mesi invernali. Al contrario, la costa nord-orientale degli Stati Uniti registra elevate emissioni prodotte dallo sfruttamento dei combustibili fossili.

Immagine in evidenza: una mappa dell’anidride carbonica in atmosfera sul Nord America derivante da varie fonti nel 2021. Credit: Scientific Visualization Studio, Nasa.