Cercare una supernova e trovare la più grande esplosione cosmica mai vista.

E’ successo a un team di astronomi guidato dall’Università di Southampton che ha pubblicato la scoperta sul Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

L’esplosione, nota con il nome At2021lwx, è quanto di più luminoso sia stato osservato fino a ora, dieci volte più di una supernova e tre volte più di un cosiddetto ‘evento di distruzione mareale’ generato da una stella che cade in un buco nero super massiccio; l’esplosione sarebbe avvenuta a 8 miliardi di anni luce dalla Terra, quando l’universo aveva circa 6 miliardi di anni.

At2021lwx è stata rilevata per la prima volta nel 2020 dalla Zwicky Transient Facility (Ztf) in California e dall’Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System (Atlas) alle Hawaii, entrambi programmi che osservano il cielo notturno per rilevare oggetti transitori che cambiano rapidamente di luminosità.

«Ci siamo imbattuti per caso in questo evento: è stato segnalato dal nostro algoritmo di ricerca mentre stavamo cercando un tipo di supernova – spiega Philip Wiseman, ricercatore presso l’Università di Southampton, che ha guidato la ricerca – La maggior parte delle supernovae e degli eventi di distruzione mareale durano solo un paio di mesi e poi svaniscono. Questo oggetto è rimasto luminoso per più di due anni ed è apparso immediatamente molto insolito».

Il team ha approfondito la ricerca con diversi telescopi: l’osservatorio Neil Gehrels Swift della Nasa, che oltre ad avere strumenti italiani, utilizza anche le antenne del Centro Spaziale Luigi Broglio dell’Agenzia Spaziale Italiana in Kenya, il New Technology Telescope (Ntt) dell’Eso in Cile e il Gran Telescopio Canarias (Gtc) a La Palma in Spagna, che attualmente è il più grande al mondo.

Dopo aver analizzando e misurato le diverse caratteristiche di assorbimento ed emissione dello spettro della luce, il team è stato in grado di misurare la distanza dall’oggetto e quindi l’effettiva luminosità.

A ottobre scorso, gli astronomi avevano assistito all’esplosione più luminosa mai registrata, Grb221009A, un lampo di raggi gamma, che benché risulti più brillante di AT2021lwx, quest’ultimo, considerando la sua durata straordinaria, ha rilasciato una quantità di un’energia nettamente superiore al lampo di raggi gamma.

Sebbene ci siano diverse teorie sull’origine dell’esplosione, il team di ricerca l’attribuisce a una grande nube di gas, soprattutto di idrogeno, distrutta da un buco nero super massiccio: porzioni della nube verrebbero inghiottite, inviando onde d’urto attraverso i suoi resti.

Tali eventi sono molto rari e nulla di simile era mai stato osservato. I ricercatori stanno proseguendo i rilevamenti a diverse lunghezze d’onda. «Con strutture più avanzate, come il Legacy Survey of Space and Time del Vera Rubin Observatory – per cui è prevista la piena operatività ad agosto 2024 – speriamo di scoprire altri eventi come questo. Sebbene estremamente rari, sono così energetici da essere elementi chiave per spiegare il modo in cui il centro delle galassie cambia nel tempo» ha concluso Wiseman.

 

Immagine in evidenza: illustrazione dell’accrescimento di un buco nero – Crediti: John A. Paice