Vi ricordate la famosa immagine Blue Marble? Questa iconica fotografia della Terra, scattata dalla missione Apollo 17 nel 1972, mostra il nostro pianeta in tutta la sua bellezza e splendore.
Nel nero cosmico, il Pianeta Blu spicca illuminato dalla luce solare che la stessa superficie terrestre riflette grazie al fenomeno chiamato albedo.

Il rapporto tra l’energia solare che colpisce la Terra e l’energia riflessa da ogni regione è determinato da vari fattori. Uno di questi è il rapporto tra gli oceani e le terre emerse: i primi, più scuri, riflettono infatti meno luce dei continenti, al contrario più chiari. In base a questo fattore, l’emisfero meridionale della Terra dovrebbe risultare dunque meno luminoso, contando circa la metà di terre emerse dell’emisfero settentrionale.
Eppure, da circa 50 anni, non siamo ancora riusciti a capire perché i due emisferi terrestri appaiono, invece, ugualmente luminosi, proprio come testimoniato dallo scatto Blue Marble.

Ora, un nuovo studio del Weizmann Institute of Science, pubblicato su Pnas, ha scoperto che questa omogeneità luminosa,  o simmetria dell’albedo dei due emisferi,  dipende da un altro fattore che influenza il fenomeno riflessivo: le nuvole.

Analizzando i dati sulle nubi del progetto Ceres di Nasa e quelle del database meteorologico globale Era5, gli scienziati hanno classificato le tempeste degli ultimi 50 anni in tre categorie, in base alla loro intensità.
Da questa analisi hanno scoperto un legame diretto tra l’intensità della tempesta e il numero di nubi che si formano intorno alla tempesta, rapporto da cui deriverebbe la differenza di nuvolosità tra gli emisferi terrestri: quello settentrionale, infatti, è caratterizzato da tempeste più deboli rispetto a quelle più forti diffuse in quello meridionale.

Mappa della nuvolosità globale, basata sui dati raccolti dal satellite di ricerca Aqua in oltre un decennio (2002-2015). Le nuvole non sono distribuite uniformemente, ma si concentrano piuttosto in punti caldi. Crediti: Nasa

«L’albedo delle nuvole derivante da forti tempeste sopra l’emisfero meridionale è risultato essere un agente di compensazione di alta precisione rispetto alla grande superficie terrestre dell’emisfero settentrionale, e quindi la simmetria è preservata – afferma Or Hadas primo autore della ricerca – le tempeste sono il fattore di collegamento tra la luminosità della superficie terrestre e quella delle nuvole, risolvendo il mistero della simmetria».

Scoperto il ruolo compensativo delle nuvole per un’albedo complessivamente omogenea per tutta la Terra, i ricercatori hanno voluto quindi comprendere se la crisi climatica in atto possa avere effetti sulla simmetria dell’albedo dei due emisferi.

Utilizzando le simulazioni climatiche Cmip6 del World Climate Research Program, il team ha individuato gli scenari futuri delle tempeste globali per poi ricavare, grazie al legame da loro scoperto, il grado di nuvolosità conseguente.

Per le tempeste sono state osservate due diverse tendenze future: una diminuzione generale degli eventi tempestosi a livello globale, sia per quelli deboli dell’emisfero settentrionale sia per quelli forti dell’emisfero meridionale; allo stesso tempo una intensificazione delle tempeste più forti dell’emisfero meridionale, minori di numero ma più vigorose.

La ricerca ha mostrato che questo aumento dell’intensità tempestosa non cambierebbe, tuttavia, il grado di nuvolosità nell’emisfero meridionale, in quanto già la forza delle tempeste attuali farebbe raggiungere la massima produzione di nuvole, mantenendo così inalterata la simmetria dell’albedo dei due emisferi terrestri.

 

Immagine in evidenza: la fotografia Blue Marble scattata dagli astronauti della missione Apollo 17 nel 1972