Un team di astronomi dell’Istituto di Fisica dell’Università di Berna ha identificato, per la prima volta, una serie di molecole organiche complesse in una cometa, grazie allo spettrometro Rosina, a bordo della sonda Esa Rosetta. Lo studio è stato pubblicato su Nature Communications.
Rosina ha raccolto dati sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, tra il 2014 e il 2016. Questi dati hanno fatto luce sul complesso bilancio organico dell’oggetto celeste.
La cometa è diventata attiva quando ha raggiunto il suo perielio, il punto di massimo avvicinamento al Sole. La sublimazione del ghiaccio di 67/P ha creato un flusso di particelle di polvere, che sono state riscaldate dall’irradiazione solare a temperature superiori a quelle tipicamente sperimentate sulla superficie della cometa. Questo processo ha consentito il desorbimento di molecole più grandi e pesanti, rendendole disponibili per Rosina.
L’interpretazione di dati così complessi è impegnativa. Tuttavia, il team di ricercatori ha identificato con successo una serie di molecole organiche complesse, che non sono mai state trovate prima in una cometa. «Abbiamo individuato il naftalene, che è responsabile dell’odore caratteristico della naftalina – afferma Nora Hänni, autrice principale dello studio – e abbiamo anche trovato l’acido benzoico, un componente naturale dell’incenso. Inoltre, abbiamo identificato la benzaldeide, ampiamente utilizzata per conferire sapore di mandorla agli alimenti e molte altre molecole».
In aggiunta a queste molecole, sono stati identificati anche molti elementi con la cosiddetta funzionalità prebiotica. Tali composti sono cruciali nella sintesi di biomolecole come zuccheri o amminoacidi. Sembra quindi probabile che l’impatto delle comete, in quanto fornitori essenziali di materiale organico, abbia contribuito anche all’emergere di vita basata sul carbonio sulla Terra.
Oltre all’identificazione delle singole molecole, i ricercatori hanno anche effettuato una caratterizzazione dettagliata dell’intero insieme di molecole organiche complesse nella cometa, inserendola nel più ampio contesto del Sistema Solare.
«Si è scoperto che, in media, il bilancio organico complesso di Churyumov-Gerasimenko è identico alla parte solubile della materia organica meteoritica – conclude Hänni – Inoltre, il bilancio molecolare di Chury somiglia molto al materiale organico che ‘piove’ su Saturno dal suo anello più interno, come rilevato dallo spettrometro di massa Inms a bordo della sonda Nasa-Esa-Asi Cassini».
L’Italia ha partecipato con un notevole contributo alla missione Rosetta con gli strumenti Virtis, Giada e la camera Wac di Osiris. A bordo del lander Philae sono italiani il sistema di acquisizione e distribuzione dei campioni (Sd2), e il sottosistema dei pannelli solari. Per il lander Philae è stato costituito un Consorzio Internazionale di cui l’Agenzia Spaziale Italiana fa parte. Oltre alla realizzazione di Sd2 e dei Solar Array, l’Asi ha cogestito il progetto attraverso un Project Manager Deputy, ha partecipato allo Steering Committee e ha fornito supporto per le attività sul lander a livello di sistema e di sottosistemi.
Immagine in apertura: le molecole individuate da Rosina sulla cometa 67P. Crediti: Università di Berna