Sarà ampia 5,6 gigapixel, coprirà l’86% del ‘volto’ del Pianeta Rosso e sarà multicolore: sono queste le caratteristiche della mappa che, nei prossimi 6 mesi, sarà completata dalla sonda Mro (Mars Reconnaissance Orbiter) della Nasa.

Questa particolare ‘carta geografica’ di Marte consentirà agli scienziati di osservare le caratteristiche del pianeta sotto una luce diversa: la mappa si centrerà sulla distribuzione dei minerali in superficie, un dato che è ritenuto di grande importanza per comprendere al meglio il passato ‘acquatico’ del corpo celeste e stabilire quali aree siano più interessanti da analizzare.

Nell’archivio digitale Planetary Data System della Nasa sono già presenti alcune porzioni della mappa, che si basa sulle informazioni raccolte dallo strumento Crism (Compact Reconnaissance Imaging Spectrometer) di Mro.

Il dispositivo, usando rivelatori in grado di cogliere le lunghezze d’onda nell’infrarosso e nel visibile, ha già realizzato delle mappature ad alta risoluzione che hanno fornito un utile quadro dei luoghi di Marte plasmati dall’azione erosiva dell’acqua; queste ‘cartine’ sono state anche impiegate proficuamente per individuare le migliori aree di atterraggio per i rover, come il cratere Jezero per Perseverance.

La prima parte della nuova mappa include 51mila immagini colte da Mro durante i suoi passaggi: ognuna di esse è una striscia che misura 540 chilometri in lunghezza e 10 in ampiezza. Per l’acquisizione di tali dati, Crism ha impiegato due spettrometri, uno dei quali dotato di tre refrigeratori per mantenere le temperature particolarmente basse e individuare con maggiore chiarezza determinate lunghezze d’onda.

I tre refrigeratori sono stati usati in successione nel corso della missione e l’ultimo di essi ha concluso la sua vita operativa nel 2017; questo fattore ha comportato per lo strumento Crism dei limiti nella rilevazione delle lunghezze d’onda nel visibile e, di conseguenza, la mappatura in corso sarà ultima a potersi giovare dell’intera gamma di lunghezze d’onda. Un’ulteriore ‘cartina’ marziana sarà realizzata entro la fine del 2022, ma sarà centrata solo sui minerali ferrosi.

Mro, lanciata il 12 agosto 2005, è entrata nell’orbita di Marte il 10 marzo 2006 ed è stata ideata per studiare la storia dell’acqua sul pianeta e caratterizzarne il clima; tra gli strumenti a bordo, ricordiamo Sharad (Shallow Radar), radar sviluppato in Italia e fornito alla Nasa dall’Agenzia Spaziale Italiana come Facility Instrument.

In alto: la Nili Fossae di Marte vista da Crism; i colori indicano i minerali di superficie osservati in differenti lunghezze d’onda (Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Jhu-Apl)