Il prossimo 23 giugno la sonda BepiColombo effettuerà il suo secondo flyby di Mercurio, arrivando a circa 200 km dal pianeta più interno del Sistema Solare.
Lanciata nel 2018, la missione di Esa e Jaxa è così oltre il giro di boa nel suo tragitto interplanetario previsto di 7 anni: questa è infatti la quinta manovra di gravity assist delle nove in programma prima di entrare in orbita intorno a Mercurio nel 2025.
L’obiettivo dei flyby planetari è sconfiggere l’enorme attrazione gravitazionale del Sole. Grazie agli avvicinamenti prima alla Terra e poi due volte a Venere, la sonda ha potuto raggiungere il centro del Sistema Solare. Invece, i sei sorvoli totali su Mercurio sono ora finalizzati a farsi catturare dal pianeta di destinazione senza entrarvi in rotta di collisione.
In configurazione di crociera, durante l’avvicinamento BepiColombo non potrà scattare immagini ad alta definizione ma avrà operative le tre telecamere di monitoraggio. Nelle loro immagini più ravvicinate, si potranno quindi ammirare i grandi crateri da impatto e altre firme geologiche legate all’attività tettonica e vulcanica del pianeta.
Finalizzata a studiare l’evoluzione di Mercurio, la missione è costituita in realtà da un doppio veicolo spaziale, il Mercury Planetary Orbiter guidato da Esa e il Mercury Magnetospheric Orbiter gestito da Jaxa. Entrambi viaggiano sul modulo trasportatore Mtm di Esa grazie al quale entreranno in orbite complementari attorno a Mercurio nel 2025.
Le loro doppie osservazioni, contemporanee ma da due diverse posizioni, offriranno, inoltre, più chances per comprendere come il vento solare interagisce con i processi magnetosferici di Mercurio, il pianeta nel Sistema Solare più vicino alla sua stella madre.
Una sfida che vede un contributo rilevante del nostro Paese, con 11 esperimenti a guida italiana di cui 4 realizzati dall’Agenzia Spaziale Italiana.
Crediti immagine in evidenza: Esa