La Starship può finalmente spiccare il volo: lo scorso 13 giugno, dopo sei mesi di ritardo, la Federal Aviation Administration (Faa) ha pubblicato il Finding of no Significant Impact (Fonsi), un documento che autorizza la SpaceX ad eseguire cinque voli orbitali con questa navetta.
La SpaceX, dunque, è ormai giunta ad una fase catartica del suo programma di sviluppo della Starship, veicolo spaziale completamente riutilizzabile che la Nasa, nell’aprile 2020, ha selezionato come prototipo di lander che porterà l’equipaggio della missione Artemis III sulla superfice lunare.
Tuttavia, la Fonsi non fornisce ancora la piena autorizzazione per avviare il ciclo di test e voli orbitali della Starship; infatti, la Faa ha imposto alla SpaceX una serie di misure mirate a tutelare la salute e la sicurezza pubblica, nonché destinate a mitigare l’impatto ambientale della Starship e del booster Super Heavy. In breve, si tratta di 75 misure volte alla preservazione dell’integrità di persone, oltreché della fauna e della flora selvatica in prossimità della Starbase (base di lancio della SpaceX che sorge nelle vicinanze della cittadina di Boca Chica, in Texas).
Come già specificato, il rispetto delle misure imposte dalla Faa è propedeutico alla definitiva concessione della licenza di volo della Starship.
Corale la reazione delle associazioni ambientaliste che, nonostante la fiducia che ripongono in Elon Musk e la sua azienda, hanno espresso le loro preoccupazioni e perplessità in merito alla decisione della Faa; per esempio, il presidente della American Bird Conservancy non ha taciuto il timore che i test della Starship possano compromettere irreversibilmente la salubrità ambientale e, di conseguenza, minacciare soprattutto quelle specie animali in via di estinzioni che vivono nell’area.
In alto: Il veicolo Starship sulla rampa di lancio di Starbase
Crediti immagini: SpaceX