La morte di una stella è stata osservata con dettagli senza precedenti.

Si tratta di V Hydrae, del ramo asintotico delle giganti rosse (Agb), quindi ricca di carbonio poiché nella fase avanzata della sua evoluzione, situata a circa 1300 anni luce dalla Terra, nella Costellazione dell’Idra.

La transizione da gigante rossa a nana bianca è apparsa con il classico getto di materia, ma con una sorprendente crescita di sei anelli e la formazione di due strutture a forma di clessidra.

L’insieme di dati ultravioletti, infrarossi e ottici ottenuti dall’Atacama Large Millimeter Array (Alma) e dal telescopio spaziale Hubble, ha creato un quadro completo a più lunghezze d’onda di quello che per molti astronomi è uno dei più grandi spettacoli della Via Lattea, la fase finale della vita di una stella. Lo studio è stato pubblicato su The Astrophysical Journal.

«V Hydrae è stata colta nel processo di eliminazione della sua atmosfera che è qualcosa che fa la maggior parte delle stelle giganti rosse allo stadio avanzato. – ha spiegato Mark Morris, astronomo dell’Università della California (Ucla) e coautore della ricerca – Ma con nostra grande sorpresa, questa è la prima e unica volta che qualcuno ha visto che il gas espulso da una stella Agb può fuoriuscire sotto forma di una serie di ‘anelli di fumo’ in espansione (Disk Undergoing Dynamical Expansion)».

Si pensava infatti, che le stelle Agb, nella loro fase finale, perdessero carburante molto lentamente e sotto forma di vento leggero. «Il nostro studio conferma decisamente che il modello tradizionale di come muoiono le stelle Agb è incompleto, se non addirittura errato. – ha affermato Raghvendra Sahai, astronomo del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa e autore principale dello studio – È molto probabile che un vicino compagno stellare o substellare svolga un ruolo significativo nella loro morte. Nel caso di V Hydrae, la combinazione di una stella vicina e di una ipotetica più lontana, è responsabile, almeno in parte, della presenza dei suoi sei anelli e dei deflussi ad alta velocità che stanno causando la morte della stella in un modo così prodigioso».

Questa scoperta si è rivelata essere un caso fortuito, vista la difficoltà di cogliere la fase finale di una stella. Nel caso di V Hydra, che è anche molto distante e circondata da una densa polvere, la capacità dei ricevitori dell’Osservatorio Europeo Australe situato in Cile, si è rivelata essenziale per capire meglio come le stelle morenti perdono massa alla fine della loro vita.