Partito lo scorso 25 dicembre dopo una lunga attesa, il James Webb Space Telescope sta viaggiando verso la sua posizione di osservazione definitiva, nel punto gravitazionalmente stabile nello spazio noto come ‘punto Lagrange Terra-Sole 2’ (L2), a quasi 1,6 milioni di km da noi.

Webb, costato 10 miliardi di dollari, succede al famoso Hubble e rappresenta una delle missioni spaziali più attese del nostro secolo oltre ad essere una sfida tecnologica senza pari.

Il telescopio dovrebbe entrare in orbita attorno al punto L2 oggi – 24 gennaio – intorno alle 20.00 (ora italiana) quando gli ingegneri del team  avvieranno i suoi propulsori per alcuni minuti per spingerlo nell’orbita prestabilita.

Poco dopo – precisamente alle 21.00 (ora italiana) – dai canali su YouTube, Facebook e Twitter  e su Nasa Science Live ci sarà una diretta per rispondere a tutte le domande sulle principali caratteristiche della missione, mentre un’ora dopo è prevista una conferenza stampa per illustrare l’inserzione del Webb a L2 e le manovre di propulsione che si sono rese necessarie per posizionarlo nella sua “casa” di osservazione definitiva.

Alle domande del pubblico, che possono essere sottoposte anche via social media, utilizzando l’hashtag #UnfoldtheUniverse o lasciando un commento nella sezione chat dello stream Facebook o YouTube, risponderanno Amber Straughn, vice scienziata del progetto per le comunicazioni Webb (Goddard Space Flight Center della Nasa a Greenbelt, nel Maryland) e Scarlin Hernandez, ingegnere dei sistemi di volo (Space Telescope Science Institute di Baltimora).

Webb è una partnership internazionale della Nasa con l’Agenzia spaziale europea e l’Agenzia spaziale canadese. Nei primi quindici giorni del nuovo anno  si sono concluse tutte le manovre più delicate: a cominciare dal dispiegamento del sunshield del Webb, l’enorme parasole a cinque strati, grande più o meno quanto un campo da tennis. Questa struttura è stata progettata per proteggere il telescopio dai raggi del Sole e isolare termicamente gli strumenti scientifici; lo scudo termico era ripiegato come un origami.

Poi è stata la volta dello specchio secondario o secondary mirror, ampio 0,74 metri; infine, le grandi manovre hanno contemplato l’allineamento dell’enorme specchio dorato a 18 segmenti aperto intorno al 12 gennaio. Il dispiegamento è andato a buon fine lo scorso 19 gennaio, anche se l’ultima manovra per portare il Webb nel suo punto di osservazione determina una messa a punto dei segmenti speculari, non ancora pronti per osservare.

Sarà necessario condurre il meticoloso processo di messa a punto della posizione di ogni specchio per trasformare le 18 viste individuali dell’universo in un unico grande specchio ultra potente. Il prossimo passo sarà lo spostamento di specchi nella gamma dei micron e dei nanometri per raggiungere le posizioni ottiche finali per un telescopio allineato. Il processo di allineamento del telescopio richiederà circa tre mesi.

In apertura un’immagine del  telescopio spaziale James Webb preparato per i test al Johnson Space Center. Credito: Nasa/Chris Gunn