La Terra vista dallo spazio offre informazioni necessarie sulle condizioni e sui cambiamenti ambientali per la sicurezza del pianeta e dei suoi abitanti. Lo sviluppo dei sistemi satellitari, grazie alla collaborazione internazionale tra Agenzie spaziali ed enti pubblici e privati, permette di ottenere dati sempre più precisi e utili.
Parallelamente ai programmi europei Copernicus e Galileo, dall’altra parte del globo la Nasa contribuisce all’Osservazione della Terra con quattro nuove missioni che lancerà entro il 2022. Proprio in questi giorni, se ne sta discutendo all’incontro autunnale dell’American Geophysical Union a New Orleans, in Louisiana.
La missione Tropics (Time-Resolved Observations of Precipitation structure and storm Intensity with a Constellation of Smallsats) aiuterà gli scienziati a comprendere i fattori che determinano i cicloni tropicali e il loro rafforzamento, contribuendo così alla realizzazione di nuovi modelli di previsione del tempo. Viaggiando in coppia su tre orbite diverse, il radiometro a microonde installato su sei satelliti, misurerà le precipitazioni, la temperatura e l’umidità all’interno delle tempeste tropicali, ogni 50 minuti, quasi in tempo reale.
Emit (Earth Surface Mineral Dust Source Investigation) traccia l’origine e la composizione della polvere alzata dal vento nelle zone più aride della Terra. Utilizzando uno spettrometro, posizionato a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, misurerà l’assorbimento della luce dei minerali in essa contenuti. Le sostanze più scure e cariche di ferro, tendono ad assorbire energia che porta al riscaldamento dell’ambiente, mentre le particelle più chiare contenenti argilla, disperdono la luce e portano al raffreddamento. Oltre a influire quindi sul clima e la qualità dell’aria, la polvere se depositata nell’oceano, può anche innescare fioriture di alghe microscopiche.
Il Jpss-2 (Joint Polar Satellite System) si andrà a unire agli altri satelliti della missione che gira intorno alla Terra dal Polo Nord al Polo Sud, raccogliendo dati almeno due volte al giorno. Il satellite permetterà la previsione di tempeste estreme con molto anticipo mettendo in relazione la temperatura e l’umidità della nostra atmosfera con la temperatura della superficie degli oceani . Questi satelliti si occupano anche di raccogliere dati su inondazioni, incendi, eruzioni, smog, a favore dei meteorologi e dei primi soccorritori.
La missione Swot (Surface Water and Ocean Topography), misura la quantità di acqua presente sulla Terra. Grazie al nuovo strumento radar in banda Ka, gli scienziati potranno calcolare con precisione l’altezza dell’acqua e monitorare i cambiamenti del livello del mare, del flusso dei fiumi e della quantità di acqua immagazzinata nei laghi. La missione fornirà dati anche sulla capacità dell’oceano di assorbire il calore in eccesso e i gas serra come l’anidride carbonica, e a determinare la quantità di acqua dolce disponibile sul pianeta.
Immagine in copertina: Swot Crediti: Nasa/Jpl-Caltech