Il telescopio spaziale Hubble, progetto di cooperazione internazionale di Nasa ed Esa, ha completato il suo annuale Grand Tour del sistema solare esterno, restituendoci immagini nitide e affascinanti dei pianeti giganti, visti dal suo punto di osservazione sopra l’atmosfera terrestre. 

Al centro del giro panoramico vi sono Giove, Saturno, Urano e Nettuno: mondi lontani dal Sole, enormi, freddi e gassosi, le cui atmosfere vorticose e colorate sono in continuo cambiamento. 

Se le navicelle interplanetarie degli ultimi 50 anni hanno scattato immagini più nitide e da più vicino, la longevità di Hubble, unita al suo punto di vista, ha permesso agli astronomi di controllare i pianeti esterni su base annuale, rivelando i cambiamenti, sia estremi che più sottili, che avvengono rapidamente in questi mondi remoti.  

Prima tappa del tour è Giove: l’attrazione principale è da sempre la sua Grande Macchia Rossa, una tempesta che si agita da secoli. Ma grazie a Hubble, il mutevole paesaggio della turbolenta atmosfera gioviana mostra il segno di nuove tempeste: queste appaiono come celle rosse allungate, che variano nell’aspetto per la dinamica e le proprietà all’interno delle nuvole dei vortici ciclonici.

Seconda tappa è Saturno e i suoi fantastici anelli. Hubble mostra del pianeta rapidi ed estremi cambiamenti di colore nelle bande del suo emisfero settentrionale. 

Non meno affascinante la vista di Urano, le cui regioni polari sembrano essere illuminate a causa dell’aumento delle radiazioni ultraviolette che giungono dal Sole. 

Il grand tour del sistema solare esterno si conclude così con Nettuno. Hubble ha rivelato che la sua macchia scura, scoperta nel 2018, è ancora visibile, pur spostandosi ora verso nord. Le poche nuvole luminose e il suo blu distinto oggi fanno apparire Nettuno ancora come lo vide Voyager 2 nel 1989. 

Grazie all’occhio vigile di Hubble, questi giganti gassosi continueranno a fornirci indizi sulla loro evoluzione e noi potremo continuare ad ammirarli. 

 

Crediti immagine: NASA, ESA, A. Simon (NASA-GSFC), and M. H. Wong (UC Berkeley)