Osservata, per la prima volta, la luce proveniente dal lato non visibile di un buco nero: l’oggetto celeste è situato nella galassia a spirale I Zwicky 1, nella Costellazione dei Pesci, a 800 milioni di anni luce dalla Terra. L’osservazione è stata effettuata dalle missioni Xmm Newton dell’Esa e Nustar della Nasa, che hanno intercettato bagliori estremamente luminosi prodotti dai raggi X emessi dall’oggetto. La scoperta ha sorpreso gli astronomi che non si aspettavano una visuale dalla parte retrostante di un buco nero, dato che la luce non può sfuggire da esso. L’estrema gravità dell’oggetto, invece, ha deformato lo spazio attorno ad esso permettendo l’osservazione del fenomeno da parte delle due sonde.
Gli astronomi hanno interpretato la variazione della luminosità, in funzione del tempo, di un nucleo galattico attivo, una galassia che ospita un buco nero supermassiccio. Nel corso delle osservazioni, gli scienziati hanno individuato dei brevi lampi di luce in banda X seguiti da altri, più deboli, rilevati a diverse energie. Grazie all’utilizzo di un modello teorico sul comportamento dei fotoni in presenza di un buco nero, i ricercatori hanno confermato che i lampi erano i fotoni che si riflettevano ‘piegandosi’ intorno al buco nero.
Questo risultato è in accordo con la Teoria della Relatività Generale di Einstein, che descrive come la gravità piega la luce attorno ai buchi neri. Queste nuove osservazioni potranno essere applicate in diversi altri studi, in attesa degli osservatori spaziali del futuro come la missione Athena (Advanced Telescope for High-Energy Astrophysics) dell’Esa che analizzerà le componenti più calde e più energetiche dell’Universo, in particolare il gas caldo presente nei buchi neri.