Dopo un inverno trafficato per il pianeta rosso, con ben tre missioni marziane arrivate intorno e su Marte nei mesi precedenti, l’estate si sta rivelando altrettanto intensa. Perseverance, il robottino di ultima generazione della Nasa, ha avviato le operazioni scientifiche dopo aver attivato il suo navigatore automatico. Zhurong, primo rover cinese su Marte, sta inviando inedite immagini del pianeta.  Ma mentre le nuove leve marziane entrano nel pieno della loro attività, la vecchia guardia non resta certo inattiva.

InSight, il lander della Nasa al lavoro su Marte dal novembre 2018, si è appena guadagnato la copertina di Science grazie a tre studi internazionali che svelano nuovi dati sull’interno di Marte utilizzando i dati sismici raccolti dalla missione. I risultati rivelano lo spessore medio della crosta marziana, che va da 24 a 72 chilometri, mentre scendendo a 500 chilometri sotto la superficie di trova una spessa litosfera. Andando ancora più giù, gli scienziati sono poi risaliti – sempre grazie alle onde sismiche registrate da InSight – a dati importanti sul nucleo di Marte, che sembrerebbe meno denso del previsto. È la prima volta che viene fatta con un simile dettaglio una sorta di ecografia dell’interno di un pianeta diverso dal nostro.

Dai meandri marziani agli eventi che ne agitano la superficie: un nuovo studio presentato oggi al congresso della Royal Astronomical Society ricostruisce la dinamica dell’ultima tempesta globale di polvere su Marte, che risale al 2018. E lo fa grazie ai dati di due altri campioni marziani: le sonde ExoMars dell’Esa e Mro della Nasa.

Si aggiungono così sempre nuovi tasselli al complesso mosaico che racconta la storia del nostro vicino planetario, in attesa di poterlo raggiungere con le prime missioni umane.