Nel prossimo decennio il moon wobbling – una piccola variazione dell’orbita della Luna  potrebbe causare l’innalzamento del livello del mare con conseguenti  inondazioni sulle coste degli Stati Uniti.  Questo il risultato di una recente ricerca coordinato dalla Nasa, che oltre a studiare gli effetti del nostro satellite sulla Terra continua a prepararsi per il suo futuro ritorno sulla superficie lunare.

Nel 2030, se tutto procede secondo i piani, i primi astronauti potrebbero già aver fatto ritorno sulla Luna ed aver iniziato ad esplorare la sua superficie grazie all’aiuto dei rover. Viper sarà  il primo di una lunga serie di veicoli parte della missione Artemis a muoversi sull’impervio terreno lunare alla ricerca di ghiaccio e altre risorse. Il suo arrivo sul nostro satellite è in programma per la fine del 2023 e la Nasa sta già creando una serie di mappe digitali ad alta risoluzione per facilitare le sue mosse. Le mappe verranno progettate grazie al software open source Stereo Pipeline e al supercomputer Pleiades che sovrapporranno migliaia di immagini satellitari scattate dalle telecamere a bordo della sonda Nasa Lro.

Il lavoro è appena iniziato ma gli scienziati stanno già scoprendo nuove caratteristiche sulla superficie lunare, tra cui numerose zone in ombra da 2 a 5 metri di diametro che potrebbero essere abbastanza fredde da consentire la formazione di ghiaccio. Gli ingegneri stanno abbinando questi potenti strumenti alla fotoclinometria, una tecnica che permetterà di dedurre le forme tridimensionali della superficie lunare e le condizioni di illuminazione del terreno. Questo processo  consentirà  al rover di individuare i siti di perforazione con maggiore precisione per ottenere dati scientifici di grande qualità.